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Patto di Stabilità, la riforma si fa strada

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Nei momenti di crisi economica i governi europei potranno aumentare gli investimenti pubblici

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Una camicia di forza che ha impedito di fare nuovi debiti, ma che sta anche bloccando le strade per uscire dall'attuale fase di crisi economica. Ieri la riunione dell'Eurogruppo, allargata ai 25 paesi dell'Unione, ha trovato un'intesa di massima e già si parla di una possibile «conclusione» entro marzo. Il risultato, sia chiaro, non è del tutto scontato, alla luce dei paletti fissati dall'Ecofin. Al termine della due giorni, sono emersi infatti almeno due vincoli: la riforma non modificherà assolutamente i Trattati e non metterà in discussione il ruolo della Commissione Ue nell'applicazione della procedura per deficit eccessivo. Così, infatti, si è pronunciato il presidente di turno della Ue, il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, durante la conferenza stampa conclusiva dell'Ecofin. Con queste premesse, come ha detto lo stesso Juncker ed ha confermato il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco, sono rientrate le posizioni più estreme che fino all'ultimo sembravano poter pregiudicare l'andamento dei colloqui. E Juncker non ha esitato ad affermare che sulla riforma del Patto è possibile «una conclusione tempestiva», entro marzo, cioè prima del vertice Ue di primavera. La linea su cui sta conducendo il negoziato, ha spiegato Juncker, non prevede un ammorbidimento del Patto, ma punta a renderlo più stringente nei momenti di crescita economica e più flessibile in quelli di stagnazione. Juncker ha poi riassunto i tre punti su cui si sono fatti progressi in questi due giorni: 1) «Siamo tutti d'accordo che non verrà cambiata neppure una virgola dei Trattati». 2)«Le procedure per deficit eccessivo devono continuare. Non viene messo in discussione il ruolo che i Trattati assegnano alla Commissione Ue. La riforma terrà bene in conto il triangolo istituzionale che conosciamo». 3) «Per quanto riguarda la possibilità di togliere interi blocchi di spesa dall'applicazione del Patto, i ministri che si sono espressi non si sono detti a favore di questo tipo di operazioni. Si tratterebbe di un dibattito che non avrebbe futuro». In linea con la posizione della Banca Centrale Europea, quindi, la golden rule (la regola che consente di estrapolare dal calcolo del deficit certi capitoli di spesa) ha trovato opposizione in sede Ecofin. Ma per il ministro delle Finanze tedesco Hans Eichel, «bisogna ancora aprire un dibattito ragionevole su ciò che sta nel 3%», mentre secondo il ministro spagnolo Pedro Solbes «si dovrebbe prestare più attenzione all'andamento del ciclo economico e alla posizione dei singoli paesi» quando si affronta il tema del procedimento per deficit eccessivo. Resta sul tavolo, invece, il nodo di come dare più attenzione al debito pubblico. Juncker, infine, dopo aver criticato il Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder per aver cercato di pilotare i colloqui con un articolo sulla stampa, ha riservato una stoccata alla Bce criticando per la prima volta pubblicamente la stretta ortodossia dell'istituto di Francoforte in materia di politica monetaria.

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