Banche, il 2005 inizia con un nuovo salasso
Sono 137 gli istituti di credito che hanno già aumentato il costo di servizi e commissioni varie
Lo sa bene il governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, che un giorno difende le banche italiane dagli assalti dei grandi gruppi esteri, e un altro deve ammettere la realtà: che a comandare siano Milano, Roma e Torino, oppure Amsterdam, Madrid o Bilbao, i costi del sistema creditizio per famiglie e imprese restano altissimi. L'ultima prova è l'elenco delle banche che a pochi giorni dall'inizio del 2005 hanno già aumentato i costi di servizi e commissioni. Nell'elenco ci sono grandi gruppi, come San Paolo-Imi, Banca popolare di Milano, Banca di Roma e Bnl, sino alla banca Sella, di cui è azionista il presidente dell'Abi (l'associazione nazionale degli istituti di credito), Maurizio Sella. E poi una lunga lista di banche regionali (come la Cassa di risparmio dell'Aquila, il Banco di Sicilia, la Banca dell'Artigianato e dell'Industria, la Banca ciociara, la Cassa di risparmio di Chieti), sino ai più piccoli istituti di credito locale. Il blitz, pubblicato sulle ultime Gazzette ufficiali del 2004 e sulle prime del 2005, porterebbe secondo l'Adusbef ad «una raffica inusitata di rincari, ritocchi, invenzioni di nuove voci di costo, commissioni, spese, balzelli vari». Secondo l'organizzazione guidata da Elio Lannutti, adesso un conto corrente costerà 740 euro l'anno con 138 operazioni e la gestione di un modesto portafoglio titoli. Il costo annuo per un conto corrente con utilizzo medio-basso e senza gestione titoli è invece lievitato a 556,44 euro, mentre un conto con un piccolo fido arriva a costare 1.154 euro l'anno. Le principali voci di aumento riguardano non solo i tassi attivi (sui soldi prestati), che raddoppiano dallo 0,50 ad 1 punto portando il Top rate alla media del 13,75% (contro il 2% della media europea). C'è anche l'aggiunta di commissioni di massimo scoperto all'1,25 trimestrale con punte dell'1,50, ossia una maggiorazione per 4 trimestri del 5,60%. L'Adusbef rileva anche una diminuzione analoga sui tassi passivi (sui depositi) ed un allungamento da 7 a 8 giorni lavorativi della valuta sugli assegni fuori piazza. Ma come mai gli aumenti scattano tutti insieme? Per l'Adusbef la colpa è della scarsa concorrenza del sistema bancario italiano, che costituirebbe un vero e proprio «cartello» finalizzato a impedire il calo dei prezzi. Un'accusa grave, che Bankitalia e Abi contestano. Ma i fatti sembrano dare ragione ai consumatori.