Bipop, duemila richieste per la parte civile

risparmiatori che, per manifestare, sono arrivati in pullman da Reggio Emilia; cartelli affissi alle recinzioni dell'aula bunker e volantini messi tra i tergicristalli degli automobilisti di passaggio: è cominciata in questo clima, ieri a Brescia, l'udienza preliminare per quello che è ormai chiamato il crac Bipop-Carire. A fare le spese del crollo in borsa della vecchia Bipop furono, secondo le stime dei vari movimenti consumatori, almeno 70.000 risparmiatori. La Procura di Brescia nel novembre del 2001 aprì un'inchiesta e, nei mesi scorsi, ha chiesto il rinvio a giudizio di 42 persone. Tra loro, in particolare, chi faceva parte di quello che l'accusa ha definito il «board occulto» della banca bresciana e reggiana: funzionari e amministratori che prendevano le decisioni realmente importanti che poi erano solo ratificate dal Cda. Quella di ieri è stata l'udienza in cui sono state depositate le richieste di costituzione di parte civile. Sarebbero circa 2.000, secondo i calcoli fatti dopo l'udienza. Numerose le richieste dei risparmiatori che si sono affidati all'Adusbef o a al Comitato risparmiatori e piccoli azionisti Bipop-Carire. Ma tra chi ha chiesto di costituirsi parte civile, anche Banca d'Italia, Consob e Ordine dei giornalisti della Lombardia. Da alcune delle parti civili è stata anche chiamata in causa anche la società di revisione Kpmg perchè un suo socio era responsabile della revisione contabile sui bilanci della banca Bipop-Carire.