Alitalia in bilico per i dubbi Ue
Il conto alla rovescia per evitare il fallimento dell'Alitalia si è rimesso in moto. Il futuro della società è appeso al filo della decisione di Bruxelles. E a quanto pare, stando alle indiscrezioni, nella Commissione europea si sta facendo largo il dubbio sulla legittimità, in base alla normativa europea sugli aiuti di Stato, degli interventi previsti nel piano di risanamento. In particolare a non convincere il Commissario Ue ai Trasporti Jacques Barrot è la ricapitalizzazione. Ma non finisce qui. Nel mirino di Bruxelles c'è anche il passaggio di Az Service sotto il cappello della holding pubblica Fintecna e l'assenza di una garanzia bancaria sull'ingresso degli investitori privati in Az Fly. Nel documento di analisi che Barrot sottoporrà il 19 gennaio alla Commissione e che questa con molta probabilità adotterà, verrà richiesta la «procedura formale d'esame» per verificare la compatibilità del piano industriale. Quali scenari si aprono? L'indagine potrebbe durare anche 18 mesi ma l'Italia a partire dal 19 avrà un mese di tempo per rispondere ai dubbi di Bruxelles. Intanto domani i ministri dei Trasporti Lunardi e dell'Economia Siniscalco insieme all'amministratore delegato della compagnia Cimoli incontreranno Barrot per cercare di fermare la procedura. Al momento però il barometro di Bruxelles segna tempesta e le possibilità che la missione italiana riesca a evitare l'apertura dell'indagine sono veramente poche. L'obiettivo più realistico è quello di far accelerare la verifica. Il tempo non gioca a favore dell'Alitalia. L'aumento di capitale è uno snodo fondamentale nel piano di risanamento della compagnia. Inoltre va fatto nei tempi stabiliti, cioè entro marzo. Senza In caso contrario si riaccende l'allarme rosso sui conti. Il prestito ponte da 400 milioni concesso dallo Stato serve solo a pagare gli stipendi e non va dimenticato che ad agosto scorso Cimoli dava tre mesi di vita all'Alitalia senza i soldi del prestito e il piano con l'aumento di capitale. I tempi dell'indagine di Bruxelles sono condizionati non solo da quanto risulteranno credibili i chiarimenti forniti da Siniscalco e Cimoli ma anche da come si muoveranno le altre compagnie. Non va dimenticato che già qualche mese fa la British Airways aveva creato una sorta di cordata con altri vettori per fare pressing su Bruxelles contro il piano dell'Alitalia con l'obiettivo palese di mettere la compagnia di bandiera in difficoltà.