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Banche alle grandi manovre per il risiko

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Riflettori accesi su Capitalia, potrebbe salire in Mediobanca. Bnl, il nodo delle due cordate

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Qualche movimento tellurico già si è manifestato ma il terremoto vero e proprio capace di ridisegnare il sistema bancario, si attende per i prossimi mesi. Sotto i riflettori del mercato sono la Bnl, Capitalia, Banca Antonveneta e la Popolare di Lodi. Torna quindi all'inzio del nuovo anno il tema del risiko bancario ma anche quello della presenza di gruppi stranieri nel capitale delle banche. La spagnola Bbva, scalpita per avere maggior peso nella Bnl e sarebbe pronta anche a porre la questione a Bruxelles di fronte al protrarsi del muro della Banca d'Italia. Anche il Santander si sente sacrificato all'interno del SanPaolo e vorrebbe rafforzarsi. Nella finanza ci si chiede se il Governatore Fazio si stia facendo una ragione del fatto che non potrà dire no all'infinito alle banche estere che vogliono comprare in Italia. Ma prima di dire sì è necessario che il sistema bancario italiano sia abastanza forte da non farsi colonizzare. Di qui il riaprirsi dei giochi delle fusioni. La matassa delle aggregazioni è complicata e il bandolo dal quale comincerà a srotolarsi il gomitolo potrebbe essere molto probabilmente Capitalia. Il gruppo di Geronzi è uno snodo importante del sistema di potere italiano e finora non si è mai proceduto a un riassetto senza prima aver creato le condizioni perchè Capitalia mantenesse la sua influenza e il suo potere. Il presidente Cesare Geronzi è stato abilissimo a mantenerla dentro a tutte le cose che contano da Mediobanca a Rcs a Fiat e a far sentire il suo peso in ogni passaggio fondamentale. Le indiscrezioni di questi giorni parlano di una sorta di tacito assenso da parte della Banca d'Italia a Capitalia per salire in Mediobanca fino a diventare il maggiore azionista. Questo metterebbe in moto un altro meccanismo, ovvero il passaggio di Antonveneta alla Popolare di Lodi. Questo scenario soddisferebbe entrambi gli istituti perchè Capitalia potrebbe finalmente crescere di peso in Mediobanca e la Popolare di Lodi coronare il suo sogno di Antonveneta. Altra questione aperta è quella della Bnl dove si fronteggiano le due cordate, quella che fa capo al presidente Abete con gli spagnoli della Bbva, le Generali e Della Valle e quella guidata da Caltagirone. Un intervento dirigista della Banca d'Italia per porre fine al braccio di ferro non è pensabile. Semmai il Governatore può svolgere una funzione di moral suasion. In ambienti della finanza si sostiene che per essere credibile la cordata di Caltagirone dovrebbe presentare un piano industriale. Ma dovrebbe farlo una banca. In questo caso la più accreditata sarebbe il Monte Paschi che finora non si è schierato ma al cui interno è presente Caltagirone.

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