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GLI automobilisti possono rifiatare.

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Con il calo del prezzo del petrolio e dopo il pressing da parte del ministero delle Attività produttive, infatti, sono partiti forti ribassi e la verde è finalmente scesa sotto quota 1,1 euro (pur sempre 2.130 delle vecchie lire), tornando così ai livelli del marzo scorso. Il via alle riduzioni è stato dato martedì scorso dall'Agip, che in un colpo solo ha tagliato la verde di 3 centesimi e il gasolio di 1,5. In questo modo presso i distributori del cane a sei zampe la senza piombo è scesa sotto 1,1 euro, a 1,099, e il gasolio è arrivato a 1,018 (portandosi sotto la soglia di 1 euro, a 0,997, nelle stazioni di servizio self service). Sulla scia dell'Agip, tutti gli altri principali marchi attivi sul mercato italiano ieri hanno messo mano ai listini, anche se non tutti hanno sfondato la quota di 1,1 euro. Stando a quanto riporta il monitoraggio del ministero delle Attività produttive, l'Api ha tagliato la verde di 2,6 centesimi, portandola a 1,103 euro al litro dai precedenti 1,129; la Erg è scesa di 3 centesimi, da 1,130 a 1,100; più moderata la riduzione alla Esso, che costa adesso 1,119 contro i precedenti 1,129; meno 2,8 centesimi, invece, il ribasso della Fina, da 1,129 a 1,101; la Ip ha ridotto di 2,4 centesimi, passando da 1,126 a 1,102; alla Shell si pagano oggi 1,099 euro al litro, contro i precedenti 1,129 e alla Tamoil 1,099 rispetto a 1,121. L'unico marchio, tra quelli monitorati, che non ha apportato riduzioni, è la Q8, rimasta a quota 1,129 euro al litro. Buone notizie anche per chi ha una macchina diesel (ancora una minoranza in assoluto, ma oltre il 60% delle nuove immatricolazioni), che nelle ultime settimane ha anche dovuto sopportare gli aumenti legati al nuovo tipo di carburante a basso contenuto di zolfo voluto dalla normativa europea. Anche qui, infatti, si registrano diversi ribassi.

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