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Nel mirino le relazioni tra banche e imprese

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Il Parlamento: l'imprenditore indebitato non può gestire l'istituto di credito di cui è azionista

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È quanto emerge in un rapporto realizzato dalle Commissioni Finanze e Attività Produttive della Camera e non ancora pubblicato. L'indagine conoscitiva indica una serie di paletti che andrebbero messi nel caso in cui esponenti di imprese debitrici siedono nei consigli d'amministrazione di società bancarie creando un palese conflitto d'interesse tra il ruolo di gestore della banca e il ruolo di imprenditore, «interessato a diventare beneficiario di credito per la propria azienda». Una situazione, quella del conflitto d'interesse che rischia di crearsi all'interno della Bnl e di Antonveneta. Nel rapporto i parlamentari sostengono che «occorre imporre la trasparenza dei rapporti di partecipazione al capitale bancario e dei rapporti di finanziamento che legano le banche e le imprese loro azioniste». Ma come si elimina il conflitto d'interesse? Il rapporto sottolinea che bisogna «precludere all'imprenditore che è anche azionista della banca e prenditore di credito, la possibilità di esercitare qualsiasi influenza sulle decisioni riguardanti le scelte d'indirizzo e la gestione della società bancaria, quando l'esposizione debitoria eccede una data soglia rilevante». Altra indicazione è quella di «prevedere limiti patrimoniali più stringenti di quelli oggi in vigore e maggiori cautele nelle relazioni d'affari tra le imprese bancarie e le parti correlate, così da contenere la posizione complessiva del rischio che la banca assume nei confronti di tali soggetti». Bisognerebbe quindi «estendere l'obbligo di approvazione da parte del consiglio d'amministrazione a tutte le operazioni finanziarie e non solo ai prestiti, compiute in favore di azionisti industriali con una partecipazione superiore a una certa soglia». Non solo. Viene suggerito di «introdurre limitazioni per le imprese a investire, entrare nel consiglio d'amministrazione o partecipare a patti di sindacato nelle banche verso cui abbiano un'esposizione superiore a una certa percentuale del proprio indebitamento finanziario lordo complessivo». Le Commissioni infine propongono di rendere obbligatoria la comunicazione all'autorità di vigilanza sul sistema del credito di tutte le operazioni realizzate dai membri del cda, in proprio o per conto delle società che rappresentano. Nel rapporto si dice anche di limitare ulteriormente o escludere la possibilità d'indebitamento dei soggetti imprenditoriali nei riguardi delle banche ad essi collegate.

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