Risparmio, dopo il crac vince la prudenza
Non si lasciano convincere dalla prospettiva di alti rendimenti, ma valutano le opportunità del mercato con più cautela. L'economia laziale sta attraversando un momento di difficoltà. Le imprese investono meno e nonostante i bassi tassi d'interesse si finanziano meno che in passato con il credito bancario. Inoltre le famiglie non riescono a risparmiare». Francesco Liberati, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Roma, fa il punto sulla situazione del risparmio nel Lazio a un anno dai crac Cirio e Parmalat che hanno messo a dura prova la fiducia dei risparmiatori. La Bcc Roma opera in tutte le province del Lazio e nell'Abruzzo marsicano e aquilano con 124 sportelli e con circa mille dipendenti. La compagine sociale, espressione di diverse categorie professionali, è composta da quasi 14.000 soci. La Banca per le sue dimensioni si colloca al vertice del movimento del credito cooperativo ed è tra le prime 70 aziende bancarie del Paese per mezzi amministrati. Ad un anno di distanza dai crac Cirio e Parmalat, è mutato l'atteggiamento dei risparmiatori? «C'è indubbiamente una maggiore prudenza e la consapevolezza diffusa che più alto è il rendimento e maggiore è il rischio. Chi investe non si lascia abbindolare dalla prospettiva di un guadagno elevato e facile. Noi abbiamo orientato la clientela verso i prodotti della nostra banca su cui diamo la garanzia e questo ci ha premiato. Siamo stati toccati solo marginalmente dal dissesto Parmalat e dalla questione dei bond argentini. Proprio nel consiglio d'amministrazione di mercoledì scorso abbiamo fatto il punto su queste questioni. Solo 42 clienti sono rimasti coinvolti dai bond argentini mentre ammonta a solo 100.000 euro l'esposizione per i titoli Cirio e Parmalat. C'è un rapporto di serenità con la clientela. Non abbiamo venduto questi titoli per forza». La legge sul risparmio, ancora in discussione, va nella direzione giusta? «Ho un giudizio positivo sulla riforma del risparmio. Vanno rafforzati i controlli e va fatto un rafforzamento dei poteri di Consob e Bankitalia nella tutela del risparmio». Quale è la situazione del risparmio delle famiglie nel Lazio? «Non è un momento facile. Le imprese investono a ritmo ridotto e le famiglie non riescono a risparmiare. Questa tendenza traspare anche da una recente ricerca curata dal Censis per la nostra Banca. Assistiamo ad una minore propensione al risparmio da parte delle famiglie. Le persone vorrebbero risparmiare di più o quantomeno risparmiare qualcosa, ma non ci riescono. Anzi spesso attingono ai risparmi messi da parte negli anni passati. La quota del reddito accantonato decresce di anno in anno: oggi siamo al 7,3%, appena due anni fa eravamo al 10,2%. Senza contare le sempre maggiori spese che vanno a gravare sul bilancio familiare, di cui alcune di carattere contingente e straordinario, come il recente pagamento del condono edilizio, che a Roma a fatto registrare una partecipazione altissima. Anche dal punto di vista della banca, abbiamo rilevato un rallentamento della dinamica di crescita della raccolta diretta, che tuttavia, per quello che ci riguarda, continua a crescere in misura maggiore rispetto al resto del sistema bancario». Gli immobili continuano ad essere il tipo d'investimento preferito dagli italiani? «Il credito alle famiglie come mutui per l'acquisto di un immobile continua a essere molto vivace anche se meno rispetto a uno o due anni fa». Le imprese risentono del rallentamento dei consumi delle famiglie? «Le imprese investono meno che in passato. Non utilizzano più gli affidamenti bancari e questo è dovuto al calo dei consumi. Nel Lazio l'incremento del pil è quasi quello del Nord ma i consumi sono ridotti al lumicino». Non sarà che le imprese investono poco anche perchè hanno difficoltà nell'accedere al credito? «Non è questa la situazione della Bcc Roma. Se ci troviamo di fronte a un'azienda sana facciamo il credito senza problemi. Siamo m