Piazza Affari brinda dopo un anno d'oro
La Borsa di Milano cresce più di tutte in Europa. Rcs, Autostrade e Capitalia i titoli migliori
Nonostante l'economia in affanno, la perdita di competitività, il calo dei consumi. Ne sa qualcosa chi ha in portafoglio azioni di Rcs Mediagroup (la casa editrice del Corriere della Sera) o di Autostrade, che hanno guadagnato in 12 mesi rispettivamente il 42,62 e il 39,18%. E possono ridere pure gli azionisti di Capitalia (+33,26%), Saipem (+32,64%), Mediobanca (+32,23%) e Enel (+30,89%). Performance eccezionali, che però impallidiscono di fronte a quelle ancora più rotonde di alcune società quotate sul Mibtel, a partire da Garboli Conicos (la società di costruzioni con sede a Roma), che ha realizzato in un anno +115,91%; poco meglio di Erg (l'azienda petrolifera della famiglia Garrone, di Genova) e Premuda (società armatoriale con sede a Trieste), rispettivamente con +102,42 e 100,11%. Certo, tra gli investitori che hanno scommesso su Piazza Affari non tutti brinderanno per festeggiare il loro investimento. A prendere un tapiro, che quest'anno pesa il doppio visto che la Borsa italiana ha realizzato i maggiori guadagni in Europa, sono gli azionisti di Seat Pagine Gialle (-63,13%), il gruppo sardo Tiscali (-50,06%), l'italo-francese STmicroelectronics (-33,16%), la Banca piemontese Fideuram (-20,68%). E ancora, Mediolanum (-16,40%), la Fiat (-6,78%), Mediaset (-5,66%), l'Unicredit di Alessandro Profumo (-2,88%) e il Sanpaolo Imi, la banca che ha fallito la fusione con il gruppo Dexia (-2,51%). Male, molto male, anche per gli investitori che hanno affidato i loro denari ad alcune società quotate sul Mibtel. Le ferite più profonde sono sulla pelle degli azionisti della S.s. Lazio, che hanno visto ulteriormente sbriciolarsi il valore dei loro titoli, che hanno perso l'88,55%. Perdite fortissime pure per alcune aziende in fortissime difficoltà finanziarie, come Fin.Part (-60,15), Finarte (-50,73), Pagnossin (-49,66) e Viaggi del Ventaglio (-48,98%), oggetto proprio in questi giorni di un drastico piano di ristrutturazione. A conti fatti, però, il 2004 premia buona parte degli investitori italiani. Guardando la tabella dei titoli dello S&P/Mib, il segmento che raggruppa le blue chip di Piazza Affari, oltre quelle già citate, registrano crescite a due cifre pure Snam Rete Gas (+25,76%), Tim (+25,64%), Antonveneta (+24,60%), Telecom Italia (+23,51%), Ras (+22,65%), Popolare di Milano (+21,58%), Bulgari (+20,52%). Se si scende ai titoli che hanno guadagnato tra il 10% e il 20% si trovano Eni (+19,35%), Italcementi (+18,70), Pirelli & C (+18,32%), Mondadori (+17,13%), le Assicurazioni Generali (+16,05%), Banca Intesa (+12,60%), Alleanza (+12,23%), Bnl (+11,00%). Confrontando il prezzo ufficiale del 2 gennaio (prima seduta dell'anno) e quello di venerdì scorso, in totale i titoli del segmento blue chip che registrano un segno negativo sono solo 10 su 40. Ma a guadagnare, e tanto, sono stati pure gli investitori che hanno utilizzato strumenti più complessi, rivolgendosi al mercato dei futures, dove quest'anno sono letteralmente schizzati l'oro e, soprattutto, il petrolio.