«Fazio non può intervenire su Bnl»
Semmai Fazio può svolgere un'azione di moral suasion». Riccardo Pedrizzi, presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato traccia un quadro degli scenari che si aprono per la soluzione del braccio di ferro all'interno della Bnl, tra il patto di sindacato (con Bbva, Generali e Della Valle) e il contropatto guidato da Caltagirone. Non si rischia così, l'ingovernabilità dell'istituto? «Il rischio reale è quello di un immobilismo della Bnl. L'istituto non può restare a lungo in mezzo al guado. Basta frequentare la direzione a via Veneto per vedere che tutti i funzionari e i quadri sono col fiato sospeso, in attesa dell'esito di questa vicenda. Da un paio d'anni la banca ha avviato un processo innovativo che va dall'informatica alla razionalizzazione del parabancario, all'eliminazione di tutte quelle attività che non rappresentano il core business dell'istituto. Inoltre il direttore generale Mario Girotti, ha rinnovato il management aprendo una fase nuova per la banca. Poi è stato deciso l'aumento di capitale che è una mossa importante per patrimonializzare l'istituto in relazione ai rischi ma anche in vista dell'introduzione dei nuovi criteri di contabilità del bilancio europei, lo Ias. Ora questo processo innovativo rischia di subire una battuta d'arresto se continua il contrasto interno tra gli azionisti. È il momento di uscire dall'impasse. Non è possibile che questo istituto da Atlanta in poi non trovi pace e non possa pensare esclusivamente alla missione che deve assolvere invece che a cambiamenti di presidenti». In che modo il Governatore Fazio può intervenire per risolvere il problema Bnl? «La Banca d'Italia, con la legislazione attuale, non ha poteri d'intervento diretti ma può solo consigliare, richiamando gli azionisti al senso di responsabilità. Uno scontro, faccia a faccia, tra i due schieramenti non avvantaggia nessuno e tanto meno la banca. Devo anche dire anche un'altra cosa: non ha giovato all'istituto l'attivismo e il presenzialismo degli azionisti del patto e del contropatto. Il fatto di essere sempre agli onori delle cronache non fa bene all'istituto. Bankitalia può chiedere un chiarimento delle intenzioni a tutte e due gli schieramenti, può fare in modo che non si vada allo scontro. Può anche dare un'interpretazione del testo Unico bancario sul rapporto banche e imprese non solo alla lettera ma anche in relazione agli effetti che un'interpretazione può avere o meno. Confidiamo nella saggezza del Governatore e nella professionalità degli uomini dell'istituto centrale che hanno saputo, anche in situazioni più difficili, risolvere problematiche complesse nell'interesse del sistema economico italiano». Ma anche il mercato può fare da arbitro? «Il mercato può avere un ruolo decisivo in alcune situazioni ma per decidere certi assetti non si può prescindere dal quadro giuridico e economico in cui ci troviamo ad operare e soprattutto vanno considerati due aspetti importanti: l'interesse di decine di migliaia di lavoratori e la stabilità del sistema bancario».