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LA PARTITA per il controllo della Bnl, una delle più grandi banche romane, può fare bene a tutti.

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E al mercato in genere, visto che la contendibilità di un titolo quotato come Bnl è il sale stesso di piazza Affari. Ben venga quindi il confronto-scontro fra il patto di sindacato guidato dal presidente Luigi Abete e il contropatto che si è raccolto intorno a Francesco Gaetano Caltagirone. Una gara, anche accesa, è bella però se ci sono regole certe e se queste valgono davvero per tutti. Per Bnl, per Capitalia, per Unicredit, per Banca Intesa etc... Il Governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, con la saggezza e la misura che gli sono proprie, dovrà ora sciogliere uno dei punti più criptici della legislazione italiana: il divieto (oltre il 15% del capitale) di incroci fra banche e imprese. Chiarendo se un patto di sindacato possa fare di singole imprese un solo soggetto imprenditoriale o se la pluralità dei partecipanti escluda in ogni caso un possibile conflitto di interessi. Una cosa è certa: meglio una gara sul mercato, dove almeno le regole sono chiare, di una falsa competizione dietro le quinte. Meglio un gruppo di azionisti che si fa la guerra in piazza per il controllo di un titolo quotato, di una banca che si sceglie e finanzia una proprietà di carta utile solo a preservare a vita il potere dei propri manager o, peggio, mandarinati. F.B.

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