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Non c'è il rischio di delocalizzazione Mostreremo le eccellenze e i vantaggi competitivi dei prodotti italiani

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Saranno presenti anche i massimi vertici istituzionali con il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, i ministri Antonio Marzano, Gianfranco Fini, Altero Matteoli e Giuliano Urbani, e i vertici dell'Ice, l'Istituto nazionale per il Commercio con l'Estero. L'obiettivo è di mettere in contatto le imprese italiane con la realtà imprenditoriale cinese, ma anche di mostrare le eccellenze del made in Italy. L'evento clou sarà mercoledì 8 a Shangai organizzato dall'Ice e dalla Confindustria. In questa occasione le 400 imprese italiane incontreranno oltre 300 aziende cinesi. Ma quali opportunità offre la Cina al Made in Italy? Abbiamo girato la domanda al presidente dell'Ice Beniamino Quintieri che guiderà la missione. «La Cina è un mercato promettente con un miliardo e mezzo di persone e un Pil che cresce al ritmo del 9% l'anno. Il potere d'acquisto della polazione sta aumentando e sta accelerando la domanda di beni di consumo di alta qualità. Il made in Italy ha tutti i requisiti per rispondere a questa richiesta. Durante la missione si faranno approfondimenti per conoscere le potenzialità del mercato nei diversi settori. Ma verranno anche presentati i vantaggi competitivi del made in Italy». Quali sono i settori di punta in Cina? «Il mercato è talmente grande che è difficile dire quali sono i settori più fertili per gli investimenti. Dopo il boom edilizio ora c'è quello dei materiali per l'arredamento. Inoltre la distribuzione cinese che prima era basata esclusivamente su prodotti locali, ora si sta aprendo a realtà occidentali. Tira molto anche l'industria meccanica e le macchine italiane sono molto richieste perchè all'avanguardia. Tutti i settori del sistema industriale possono trarre vantaggi comprese le public utilities, perchè dopo l'urbanizzazione intensiva ora si sta ragionando su come migliorare la qualità della vita. Le imprese italiane sono già presenti in campo ambientale con successo». Non c'è il rischio, insieme alle opportunità, che le imprese delocalizzino la produzione? «Le imprese italiane vanno in Cina per localizzarsi, per ampliare la capacità produttiva sfruttando anche i vantaggi di costo. Questo è un vantaggio per il nostro il sistema industriale afflitto da nanismo. Le imprese italiane devono aumentare la loro dimensione e anche sotto questo aspetto la Cina è una grande occasione».

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