EURO in corsa verso quota 1,34 dollari nel giorno in cui la Bce ha lasciato, come previsto, i tassi fermi ...
La moneta europea ha segnato un nuovo record a 1,3384 dollari, per poi scivolare sotto quota 1,33 sull'onda delle solite prese di profitto, e appare destinata a proseguire nella fase di accelerazione. Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, ha infatti escluso un taglio dei tassi e interventi sul mercato, come vorrebbe invece la Germania per contrastare l'ascesa della moneta unica, prendendo invece in considerazione la possibilità di un giro di vite. Secondo la Bce, lo scenario dell'inflazione «resta preoccupante». Nel corso della riunione del direttivo - ha spiegato Trichet - si è esaminata la possibilità di un rialzo dei tassi d'interesse, ma alla fine «c'è stato un consenso molto molto ampio sul lasciare i tassi invariati». Il livello attuale del costo del denaro è dunque «appropriato», ma il solo fatto che il numero uno della banca centrale abbia ammesso che si è parlato di rialzo dei tassi fa mettere in conto agli operatori l'ipotesi di un futuro cambiamento di rotta. Per di più il numero uno dell'istituto di Francoforte non ha fatto alcun accenno a possibili interventi sul mercato dei cambi per raffreddare il supereuro, limitandosi a ripetere per l'ennesima volta che andrebbe evitata un'eccessiva volatilità. Ieri il ministro giapponese delle Finanze, Sadakazu Tanigaki, aveva precisato che appare allo stato attuale prematuro pensare che le autorità monetarie nipponiche ed europee possano mettere in atto un'azione concertata per scongiurare un eccessivo deprezzamento del dollaro. E alla domanda su possibili interventi coordinati con la Bank of Japan, per cercare di frenare la caduta del dollaro, Trichet ha tagliato corto con un «no comment» spiegando che per quanto «gli interventi rappresentano un'arma che in passato ha funzionato» è essenziale al momento una «disciplina verbale». Per ora dunque non ci sono ostacoli all'ascesa dell'euro su cui continueranno a scaricarsi in buona parte le spinte ribassiste del biglietto verde. La moneta americana va sempre più a fondo sotto il peso del doppio deficit Usa mentre aumenta il rischio che la fuga degli investitori esteri da asset denominati in dollari possa tramutarsi in un crollo. Ieri la divisa Usa ha toccato i minimi da oltre quattro anni contro lo yen a 101,8, il livello più basso dal gennaio 2000, e continua a marciare ai minimi da 12 anni nei confronti della sterlina. Tutto questo mentre l'economia americana marcia a pieno ritmo, come riaffermato dal Beige Book della Fed.