L'ENI punta a raddoppiare quest'anno la propria produzione venduta di energia elettrica (dai 5,55 Terawattora ...
È quanto ricordato nella relazione al bilancio 2003, presentato ieri all'assemblea degli azionisti. L'utile consolidato è cresciuto a 5,6 miliardi di euro e il gruppo distribuisce per il terzo anno di seguito ai propri azionisti una cedola di 0,75 euro ad azione. Un dividendo che porta nelle casse dello Stato 910 milioni di euro tra la partecipazione diretta del Tesoro (20,32%) e quella indiretta (il 10%) trasferita a Cassa Depositi e Prestiti. Sul fronte della attività tradizionali, petrolio e gas, il gruppo prevede invece per questo anno un ulteriore incremento della produzione giornaliera di idrocarburi che - è ricordato - dovrebbe crescere in «linea con il tasso medio previsto» dal piano 2003-2007 e pari cioè a circa il 5%. In crescita anche le previsioni di vendita del gas naturale in Italia ed in Europa (+2,0%) mentre l'attività di trasporto di gas per conto terzi è attesa in Italia registrare un progresso del 6%. «La società è ancora troppo piccola per competere con i grandi concorrenti internazionali. Deve crescere ancora». È quanto ha sottolineato l'amministratore delegato del gruppo, Vittorio Mincato. Non sono «escluse» joint venture nel settore della petrolchimica per «acquisire operatori che abbiano disponibilità di materia prima». L'ad dell'Eni ha quindi ricordato che quello attuale non è il momento migliore per il settore: la flessione dei consumi porta infatti ad una minor richiesta di polietilene, il materiale per fabbricare le buste. Mincato ha poi sottolineato che «c'è ancora il 30% da vendere tra gennaio 2005 e luglio 2007: abbiamo ancora tre anni per ridurre ulteriormente la nostra quota» in Snam Rete Gas «senza turbare il mercato». Parlando delle azioni Snam Rete Gas, Mincato ha ricordato che si tratta di «un titolo da cassettista: ha un dividendo sicuro» a fronte di ricavi determinati dall'Authority per l'energia. L'assemblea degli azionisti ha approvato le modifiche allo statuto in ottemperanza alla legge Vietti sul diritto societario. Non erano all'ordine del giorno, invece, modifiche legate alla nuova golden share prevista in finanziaria 2004 che modifica i poteri speciali del ministero dell'Economia, in attesa del decreto di attuazione.