Firmato l'accordo con gli assistenti di volo Saranno avviati alcuni trasferimenti Aumento della produttività. Verrà rivista la turnazione dei periodi di riposo
E mentre la politica litiga per i timori di tagli al personale, il numero uno della compagnia, Giancarlo Cimoli, porta invece a casa un accordo-ponte con gli assistenti di volo che gli assicurerà la pax-estiva estiva necessaria per sfruttare al meglio il periodo di massima produttività. L'accordo firmato da Alitalia con gli assistenti di volo punta infatti a «scongiurare il ricorso a continue reciproche azioni unilaterali e conflittuali», nel comune convincimento di voler avviare «definitivamente una nuova fase di relazioni industriali». Tuttavia, proprio mentre in azienda si fanno le prove generali per la pace sindacale, la difficile situazione dei dipendenti Alitalia torna ad essere al centro del dibattito politico, alimentato dal ministro di An Gianni Alemanno che l'altro ieri ha lanciato l'altolà al nuovo supermanager della compagnia: se la ricetta per il risanamento di Alitalia fosse basata su un drastico taglio del personale «la mia risposta sarebbe tagliamo Cimoli», ha affermato il ministro. «Non sono d'accordo con Alemanno, ma con Cimoli» ha replicato ieri il ministro del Welfare Roberto Maroni, secondo il quale «anche se il piano di salvataggio di Alitalia prevedrà lacrime e sangue, bisogna attuarlo perchè questo è l'impegno del Governo. Io sto quindi con Cimoli e non con Alemanno perchè questo è un piano duro ma è l'unico possibile». «Credo che prima di affidare deleghe in bianco anche al più bravo dei manager il Governo abbia il dovere di leggere attentamente il piano industriale che non può essere basato sul sacrificio dei lavoratori, ma sul profondo rilancio produttivo» ha, a sua volta, replicato Alemanno, che tira però in ballo il sospetto «che dietro le parole dell'amico Maroni ci sia un retropensiero: l'idea che i tagli occupazionali, se saranno previsti, riguarderanno principalmente gli impianti di Fiumicino e del Sud Italia». «A scanso di equivoci - ha concluso il ministro - io e il presidente Storace siamo obbligati a ricordare a tutti che Fiumicino i suoi prezzi alle ristrutturazioni Alitalia li ha già pagati e non può dare altro». Dietro la polemica tra i ministri rispunta, in modo non troppo indiretto, l'annosa dualità tra Fiumicino e Malpensa. Anche questo conflitto ha visto nei giorni scorsi tornare all'attacco la Lombardia con il governatore, aziende e sindacati locali che hanno preso carta e penna per scrivere al presidente del consiglio e al nuovo general manager di Alitalia, per chiedere di dare un nuovo ruolo al vettore, più rispondente ai «bisogni del suo mercato di riferimento primario, collocato prevalentemente nel settentrione» e prospettando, in caso contrario, la costituzione di «cordate e partnership per soluzioni alternative». Un progetto, questo, che ha fatto pensare a timori per un possibile alleggerimento della presenza della compagnia su Malpensa. Proprio il tentativo di ridurre gli sprechi generati dalla doppia presenza della compagnia a Roma e Milano, tuttavia, è stato uno degli oggetti dell'accordo estivo firmato con gli assistenti di volo. Tra le misure previste dall'accordo tra Cimoli e sindacati, c'è quella con la quale l'azienda si impegna a dare immediata attuazione, secondo l'anzianità aziendale e a parità d'organico, ad un primo gruppo di trasferimenti in base Roma, da parte dei assistenti base Milano. Tra le altre misure stabilite dall'intesa figura poi una nuova tabella di impiego sul medio raggio che, in sostanza, prevede un maggior utilizzo del personale e una diversa ripartizione dei periodi di lavoro e di riposo che aumenta notevolmente la produttività del servizio.