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Scintille fra Marzano e Matteoli

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Ancora al palo l'atteso disegno di legge sulla riforma energetica

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Il provvedimento che da due anni e mezzo giace in Parlamento è comparso a sorpresa nel calendario dei lavori del Senato di mercoledì scorso: un'apparizione inattesa (il testo è stato licenziato ormai da qualche mese dalla commissione Industria di Palazzo Madama) seguita da un rinvio misterioso dopo la conferenza dei capigruppo tenuta nel pomeriggio dello stesso giorno. Risultato: il provvedimento è slittato ancora. Se ne riparlerà la prossima settimana, non appena chiarite le "distanze" che ancora sussistono tra il ministero dell'Ambiente e quello delle Attività produttive sul testo, il maxiemendamento al disegno di legge su cui il governo si accinge (l'appuntamento è per martedì) a richiedere il voto di fiducia. A quanto apprende Il Velino sembra che la battaglia sul disegno di legge tra le due amministrazioni, che va avanti da tempo, stia volgendo al termine. L'inizio dello scontro risale al 28 aprile scorso quando sul filo di lana i ministeri competenti (Ambiente, Economia e Sanità) ricevettero la bozza partorita dalle Attività produttive. Ne è seguito un fitto scambio di missive dai toni aspri: in prima battuta, era il 10 maggio scorso, gli uomini di Altero Matteoli stralciano la proposta dell'Industria e propongono nuovi emendamenti. Il 13 maggio gli uomini di Antonio Marzano rispondono che le modifiche richieste dal ministero dell'Ambiente "sono state recepite nella quasi totalità" e inviano il nuovo testo modificato. Sembrerebbe tutto sistemato, ma così non è. Il 17 maggio parte una nuova lettera di fuoco dal dicastero di Matteoli, in cui c'è scritto che "quanto affermato nella nota del 13 maggio, non ha trovato nessun riscontro nel nuovo allegato". Da via Cristoforo Colombo ribadiscono che per dare l'assenso al disegno di legge, devono essere accolti una serie di emendamenti. Un diktat che suona come un ultimatum e che va a buon fine. Ieri, appena un giorno dopo l'ultima lettera, al ministero dell'Ambiente arriva il nuovo testo del disegno di legge, questa volta con quasi tutte le modifiche richieste. La materia del contendere è sull'impianto complessivo del provvedimento e in particolare sulle autorizzazioni alla costruzione di nuove linee elettriche, oltre che sulle misure compensative da attribuire ai territori che ospiteranno gli elettrodotti. Competenze che il ministero guidato da Matteoli - si è detto - ha rivendicato con forza attraverso un'estenuante trattativa. Alla fine il ministero di Marzano è stato costretto a riconoscere che proprio all'Ambiente spetterà un ruolo di primaria importanza nel via libera alla costruzione e all'esercizio delle linee che fanno parte della rete nazionale di trasporto dell'energia. Il ministero dell'Ambiente avrà inoltre voce in capitolo anche su un'altra questione di primaria importanza: determinerà con decreto i criteri per attribuire le misure di compensazione finanziaria agli enti territoriali interessati dalla presenza delle centrali elettriche. Da Il Velino

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