Statali in piazza, paralisi nella Capitale
Attesi 300.000 manifestanti. La protesta sarà estesa anche contro la riforma delle pensioni
Sfileranno anche per le vie della Capitale per poi riunirsi a piazza San Giovanni, dove i tre leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil terranno i comizi conclusivi. Si prevedono gravi disagi nelle scuole e negli ospedali. A poco meno di un anno, dunque, l'appuntamento è nella stessa piazza dove il 23 giugno dello scorso anno i lavoratori, ancora in attesa del contratto, manifestarono per rivendicare il diritto al rinnovo del precedente biennio economico 2002-2003. Secondo stime sindacali, la partecipazione oggi dovrebbe superare le 300 mila presenze. Ma lo sciopero, dopo il via libera del Senato alla delega previdenziale, assume una valenza più ampia. Lo ha detto con chiarezza nei giorni scorsi il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, all'assemblea di Chianciano dei delegati. «Credo si utilizzerà il giorno dello sciopero del pubblico impiego - ha affermato - per rafforzare la presenza anche a Piazza San Giovanni, così da allargare la protesta anche a questo tema». E lo hanno ribadito in questi giorni unitariamente le tre confederazioni, sottolineando come la delega contenga misure peggiorative per i lavoratori del settore pubblico. I sindacati chiedono per il rinnovo del biennio economico 2004-2005 un aumento dell'8% contro il 3,6% previsto nella Finanziaria: in sostanza, 160 euro (comprensive della differenza d'inflazione registrata nel precedente biennio, dell'inflazione e della contrattazione integrativa) contro una proposta di circa 50 euro. Il governo, che ha convocato per il 3 giugno i sindacati a Palazzo Chigi, ritiene che i margini di trattativa siano stretti. In base all'accordo di luglio, i lavoratori da aprile avrebbero diritto all'indennità di vacanza contrattuale pari al 30% dell'inflazione programmata, che a luglio salirebbe al 50%. Il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, è convinto che «ci sarà tanta gente. La quale - dice - chiede di poter rinnovare i contratti. Daremo un segnale al governo, saremo 300 mila, anche qualcosa in più».