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IL caro-petrolio potrebbe mettere a rischio i saldi di finanza pubblica: a mettere in guardia sui rischi ...

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«Se venissero confermate le recenti spinte inflazionistiche, dovute tra l'altro all'aumento del prezzo del petrolio -sottolineano i tecnici di Montecitorio- potrebbero determinarsi fattori che impediscono di «mantenere le politiche monetarie espansionistiche finora adottate, con conseguenti possibili incrementi dei tassi vigenti sul mercato». Il rischio, quindi, ad avviso del Servizio Studi, è «che il contributo positivo fornito negli ultimi anni al bilancio pubblico dalla riduzione della spesa per interessi potrebbe via via ridursi, anche in un orizzonte temporale di breve periodo». Intanto il prezzo del greggio continua a marciare sostenuto, solidamente sopra i 41 dollari a New York E non è certo apparsa rassicurante agli operatori la dichiarazione del presidente dell'Opec Purnomo Yusgiantoro che la corsa dei prezzi esula dal controllo dell'organizzazione che raduna i principali paesi produttori dell'oro nero in quanto non è «un problema a monte», ovvero di produzione (il cartello già assicura fuori delle quote ufficiali 2 milioni di barili al giorno), ma originato da altri fattori a cominciare dai fattori geopolitici. Le compagnie proseguono l'ondata di rialzi, con ritocchi all'insù dei listini, che hanno visto sfiorare quota 1,16 euro al litro sulla rete ordinaria, sfondando quindi gli 1,18 euro in quei distributori dove sono previste maggiorazioni di prezzo.

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