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Effetto Borsa sulla luce, aumenti del 2%

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A partire da luglio, infatti, gli italiani potrebbero trovare in bolletta la sgradita sorpresa di un aumento del 2%. A prevederlo è il ministero delle Attività produttive, sulla base dei prezzi dell'energia segnati sul neonato mercato elettrico nel mese di aprile. Mercato che, avverte anche l'Antitrust, non ha per il momento determinato un reale effetto competitivo e quindi non si può sperare in un suo positivo impatto sui prezzi. Il primo bilancio sulla Borsa elettrica (che ha avviato le operazioni lo scorso primo aprile) dice dunque che sulla base dei soli dati del primo mese di attività le tariffe elettriche, a causa della galoppata del greggio, potrebbero salire del 2% per il trimestre luglio-settembre. Il calcolo effettuato dal ministero riguarda in particolare l'Acquirente Unico, vale a dire il soggetto che tutela gli interessi delle famiglie e delle pmi, il cosiddetto mercato vincolato. Nel mese di aprile il prezzo per l'energia pagato dall'Acquirente Unico è stato superiore del 4% rispetto la valore amministrato, quello cioè in vigore prima dell'avvento della Borsa. L'aumento si deve naturalmente al caro-petrolio e al fatto che con il nuovo sistema gli aumenti dei prezzi dei combustibili vengono recepiti immediatamente. Quindi, come riconosce lo stesso ministero, «l'entrata in funzione della Borsa ha, per il momento, prodotto come principale effetto una contestualizzazione dei prezzi del mercato elettrico alle quotazioni internazionali dei combustibili». E il presidente del Grtn, Carlo Andrea Bollino, l'ha spiegato chiaramente: a ogni aumento dell'1% del petrolio potrebbe corrispondere un aumento dello 0,7% della luce. Considerato tutto ciò e tenuto conto anche del peso delle altre diverse voci che concorrono alla definizione della tariffa, l'aumento finale in bolletta, dice il Map, sarebbe del 2%.

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