Benetton: non abbiamo bisogno di soldi Il rebus dell'indebitamento di Autogrill
O dice il vero Alessandro Benetton, quando afferma, come ha fatto a Vicenza in occasione del Convegno sl Made in Italy, organizzato dalla banca Popolare di Vicenza, o ha detto il vero Pietro Montani, a.d. di Antonveneta quando in occasione dell'assemblea per l'approvazione del bilancio ha affermato di aver ridotto l'esposizione della banca verso i soci e le loro società da 3,5 miliardi a soli 500 milioni. Perché il quarantenne rampollo della famiglia che guida "21 Investimenti", la merchant bank della quale sono soci fra gli altri i Seragnoli di Padova, la Deutsche Bank e le Assicurazioni Generali, in quella sede ha affermato che la sua famiglia "non ha bisogno di cassa" , anzi "continua a investire nel tessile". Ora, a fine anno, l'indebitamento consolidato netto nella capogruppo della famiglia, Edizioni Holding superava i sei miliardi di euro, a fronte di un fatturato di gruppo, anche esso consolidato di pari importo. Tanto che in molti avevano supposto che le rimostranze di Luciano Benetton contro l'autority della concorrenza, fossero solo delle scuse per giustificare la messa in vendita di Autogrill. Invece Alessandro Benetton, a.d. della merchant bank, ha affermato che "Autogrill ci piace molto: la parte gestionale, patrimoniale e di bilancio è salda, le cose resteranno come sono, perchè non abbiamo ricevuto alcuna offerta irrifiutabile. L'azienda ha decuplicato il suo valore anche per la sua internazionalizzazione, specialmente negli Stati Uniti, dove agisce in un settore non protetto". Le parole di Benetton sono rassicuranti, ma sembrano in contrasto con quanto affermato da Montani, perché il gruppo per rientrare degli affidamenti di Antonveneta ha dovuto far cassa. E poi perché proprio verso la fine dell'anno passato proprio Autogrill, una macchina per far soldi visto che incassa quotidianamente liquidità assieme ad Autostrade e paga i fornitori mediamente a 60 giorni, registrava alla centrale rischi la maggiore esposizione del gruppo. Vi è addirittura chi ipotizza che proprio Edizioni Holding - una volta che non può far più il "debitore di riferimento" della banca padovana - abbia deciso di disfarsi del pacchetto in sue mani, pacchetto che la pone al secondo posto dopo ABN Amro.