Pubblico impiego, si prova la mediazione
L'obiettivo della mobilitazione indetta dai sindacati, che si concluderà alle 12 con un comizio dei tre segretari generali Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti in piazza San Giovanni a Roma, è quello di chiudere presto i contratti ed evitare i ritardi che hanno caratterizzato i rinnovi del biennio 2002-2003. La stagione contrattuale si preannuncia calda: da una parte, i sindacati chiedono aumenti dell'8% per tutte le categorie, dall'altra il governo resta fermo sul 3,6% di aumento fissato in Finanziaria (che riguarda, però, solo gli statali). Per questo, i sindacati propongono un preaccordo generale che coinvolga le regioni. La partita contrattuale è puramente economica, essendo già stata rinnovata la parte normativa. La richiesta dei sindacati dell'8% viene così giustificato: 2,2% per il recupero dello scarto fra inflazione reale e programmata del biennio precedente, 1% per la contrattazione collettiva di secondo livello e 4,8% come inflazione rivendicata per il biennio 2004-2005. Sul recupero dell'inflazione, però, si parte da posizioni inconciliabili. Il governo, infatti, ha fissato nel Dpef il tasso di inflazione all'1,7% per il 2004 e all'1,5% per il 2005, arrivando così a un recupero del 3,2%. Anche sull'aumento per la contrattazione di secondo livello le distanze sono notevoli. Alla richiesta dell'1% in più avanzata dai sindacati, il governo ha risposto con appena lo 0,4%. Spinto soprattutto da An, il governo non molla. Il sottosegretario alla Funzione Pubblica Learco Saporito, insiste: «Bisogna avviare subito un tavolo di trattativa tra Governo e sindacati per tentare di arrivare ad una mediazione sulle risorse che possono essere stanziate per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego». Saporito definisce la protesta «leggittima, ma il metodo seguito da Cgil, Cisl e Uil è sbagliato». Il segretario della Cisl Savino Pezzotta avverte: il sindacato è pronto a «inasprire la lotta» per contrastare le «inadempienze dell'esecutivo» sul pubblico impiego. Pezzotta torna a chiedere: «Abbiamo fatto delle proposte. Ora spetta al governo convocarci e aprire il tavolo per il confronto». Il segretario della Uil Luigi Angeletti spiega che senza «risposte immediate» da parte del governo «andremo avanti con la lotta e la mobilitazione». «Dopo lo sciopero del 21 maggio ci aspettiamo che la situazione si sblocchi - sottolinea Angeletti -. Altrimenti non ci fermeremo». Guglielmo Epifani, segretario della Cgil ritiene che lo sciopero del 21 si allargherà anche alla riforma delle pensioni, ma Pezzotta non è d'accordo. Mentre il segretario nazionale dell'Ugl-Statali, Giulio Del Bon, dichiara: «Ogni giorno che passa riceviamo conferme sull'inevitabilità dello sciopero del 21 maggio proclamato dalla nostra categoria».