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PER LE casse di Alitalia arriverà subito una boccata di ossigeno che consentirà al neo amministratore ...

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Come preannunciato, ad una settimana esatta dal suo insediamento, il supercommissario chiamato dal governo per salvare Alitalia dalla liquidazione ha portato in consiglio le linee del suo piano di salvataggio che prevede la richiesta di un prestito-ponte per traghettare la compagnia verso una riorganizzazione che verrà attuata con la societarizzazione di una serie di attività. Senza dimenticare i confronto con i dipendenti. Il prestito ponte sarà garantito da un soggetto pubblico e servirà per assicurare da subito la continuità aziendale. Il prestito dovrà comunque essere autorizzato dalla Commissione europea: è lo stesso portavoce della commissaria per i Trasporti a ricordarlo dopo che proprio da Bruxelles è arrivata la rassicurazione per il governo italiano che un finanziamento a breve di questo tipo avrebbe potuto ricevere l'ok della De Palacio. «Un prestito ponte è un aiuto di stato che potrebbe essere compatibile con il Trattato, ma che deve essere comunque notificato e verificato preventivamente dalla Commissione europea alla luce delle norme Ue sui sussidi pubblici» ha detto il portavoce della commissaria europea. Il prestito sarà una boccata d'ossigeno per le asfittiche casse di Alitalia, che hanno visto il rosso allargarsi nei primi tre mesi dell'anno a 206 milioni di euro e le disponibilità monetarie nette ridursi da 515 milioni a 256 milioni. Anche se nel comunicato diffuso dall'azienda, non vi sono dettagli su quella che sarà la futura impalcatura societaria della compagnia, il modello al quale dovrebbe attenersi Cimoli ricalca, nelle sue grandi linee, il modello riorganizzativo delle Ferrovie. Verrebbe, dunque, costituita una holding snella che fisserà le direttive strategiche per le società che ad essa faranno capo e che avranno conti economici separati. Si avrebbe un'entità focalizzata sulle attività di trasporto aereo ed altre dedicate alle attività di supporto e di servizio. Eppure, l'allarme dei sindacati è già scattato. Due sono soprattutto i motivi di preoccupazione: quello di una «societarizzazione infinita», avverte il segretario generale della Filt-Cgil Fabrizio Solari, e di una integrazione nelle alleanze internazionali delle sole attività core, cioè quelle di trasporto aereo.

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