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Lunedì di passione per le Borse mondiali

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Piazza Affari in ribasso del 2,07%. A Wall Street il Dow Jones è sceso sotto i 10.000 punti

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Una miscela fatta da notizie provenienti dal teatro di operazioni iracheno, mescolate a quelle diffuse dalla stampa americana e inglese sulle torture, che hanno sottratto a una parte del mondo occidentale il privilegio della difesa dei diritti umani, e minato l'immagine di due dei suoi leaders, Bush e Blair. A queste cattive notizie si sono aggiunte quelle provenienti dalla Fed, con Grenspan che "rimanda" soltanto un eventuale rialzo dei tassi, forse a dopo agosto, cui farebbe seguito un atteggiamento parallelo della BCE, guidata da Trichet. Le banche hanno dato già il loro contributo, incrementando i tassi del 20 per cento, suonando per gli investitori un ulteriore campanello d'allarme. La minaccia di attentato alla ambasciata Usa di Tokyo, ha portato la prima insicurezza sul mercato giapponese, facendo aprire in ribasso quel mercato, che poi ha chiuso con un Nikkey a -5. Il prezzo del petrolio fino a poche ore prima dell'apertura di Wall Street ancora a 40 dollari al barile si è aggiunto a quest'ondata di incertezze che ha fatto "tirare i remi in barca a molti investitori. L'Europa ha immediatamente captato questo "sentiment", lo ha fatto proprio ed ecco tutte le borse puntare verso il basso. Come sempre a dare il la è stato di Dax di Francoforte che ha chiuso con una perdita del 2,85%, seguita da Parigi (-2,73%), dal Mibtel con -2,07%, e dal Londra con un -2,29%. Complessivamente in Europa sono stati bruciati 150 miliardi di euro. A Wall Street il Dow JOnes è sceso fino sotto i 10 mila punti. A Milano penalizzati tutti i titoli del listino, sia del Mibtel, che del Mib 30, che del Midex, e del Numtel. Un fenomeno comune che ha visto perdite rilevanti anche per le grandi del settore tecnologico come EADS, Alcatel, Stm, BaeSystems, e in Italia perfino l'Eni, malgrado gli utili previsti proprio a causa del rincaro del petrolio. A modificare questo "sentiment" non è servito l'invito fatto ai soci Opec da parte del ministro Saudita Ali al Naimi, che ha avuto come effetto un abbattimento del prezzo a 39 dollari. E che dovrebbe portare il 3 giugno prossimo alla riunione di Beirut dell'Opec, ad un ulteriore allentamento della tensione. Il tutto malgrado la minore disponibilità di greggio, circa 1,8 milioni di barili al giorno che per un po di tempo non sarà possibile imbarcare a Bassora. Di questa volatilità che non esclude l'intervento di chi guadagna sui ribassi, saremo costretti, se non si registra qualche fatto nuovo positivo, a parlarne ancora.

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