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Non ci sono troppi dipendenti

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E soprattutto le cifre sembrano sfatare uno dei temi che più hanno diviso in questi mesi: nel suo complesso la compagnia di bandiera italiana non ha eccesso di personale. Il costo del lavoro in rapporto al fatturato è identico a quello di British Airways e inferiore a quello di Air France e Lufthansa. Solo la compagnia tedesca ha un costo per dipendente più basso, ma la differenza è di pochi punti percentuali. Il fatturato per dipendente è più alto di quello della compagnia francese e della tedesca, identico alla britannica. Le differenze riguardano altre voci. Nell'azienda italiana è nettamente più alta la percentuale di personale viaggiante rispetto a quello che assicura i servizi a terra. E (in tabella non c'è) lo squilibrio effettivo non riguarda i piloti, ma l'eccesso di staff a bordo: hostess e steward. Uno squilibrio che non si fa sentire eccessivamente sui conti, anche perchè molti loro contratti sono stati rivistati negli ultimi anni. Differenze sensibili ci sono anche nell'ultima voce in tabella, quella del fatturato per passeggero. Quello Alitalia è circa la metà di quello Lufthansa, e comunque decisamente inferiore al dato Air France e British Airways. Considerato che la precentuale di occupazione sui posti in volo è solo lievemente inferiore a quella dei concorrenti (ed è comunque migliorata negli ultimi anni), il fatturato per passeggero indica il vero tallone di Achille dell'Alitalia: nonostante le ambizioni, è ormai una compagnia semi-regionale. Il fatturato è basso perchè gran parte dei passeggeri trasportati salgono su voli nazionali, dove il margine di profitto è inferiore. I concorrenti invece hanno quote notevolmente più alte di trasporto passeggeri su tratte internazionali o intercontinentali.

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