Il governo azzera i vertici. Il nuovo numero uno sarà affiancato da un cda ristretto
Il gran risanatore delle Ferrovie, il manager che è riuscito a riportare ordine nei conti delle Fs, avrà il compito di far uscire la compagnia di bandiera dalla crisi. È questa la soluzione a cui è arrivato il governo di concerto con i sindacati dopo una maratona notturna seguito da un vertice mattutino a Palazzo Chigi. Il rischio del fallimento è stato così scongiurato e la tregua sindacale è al momento assicurata. I vertici sono stati azzerati, Marco Zanichelli e Francesco Bonomi escono di scena e per la compagnia di bandiera si apre una fase nuova. Cimoli al quale sono stati conferiti pieni poteri sarà affiancato da un cda snello di 5 membri al massimo, compreso un manager di Air France e con un rappresentante degli istituti di credito. La prima riunione del nuovo cda di Alitalia si svolgerà il 13 maggio per convocare l'assemblea straordinaria e fare il punto sulla situazione finanziaria e per indicare le linee guida del nuovo piano industriale. Il documento dell'accordo definito a Palazzo Chigi è volutamente generico ma su un punto è chiarissimo: lì dove riconosce un ruolo al sindacato nell'attuazione del nuovo piano industriale. Nel testo si dice che bisognerà trovare soluzioni «che garantiscano la continuità aziendale e quindi l'approvazione del bilancio 2003». Il ministro dell'Economia Tremonti che ieri si è trovato in perfetta sintonia con il vicepremier Gianfranco Fini, ha spiegato che compito di Cimoli sarà di tessere un piano industriale «credibile capace di raccogliere il consenso degli investitori e con i requisiti per lo sviluppo della società» anche se «il nuovo piano non sarà facile ma possibile». Tremonti ha quindi assicurato che «i contribuenti possono stare tranquilli perchè non ci saranno aiuti di Stato, non saranno bruciati soldi pubblici». Per il gruppo, il cui titolo è anche ieri rimasto sospeso in Borsa (oggi sarà riammesso), l'accordo prevede «un nuovo progetto industriale finalizzato alla crescita» sul modello «delle compagnie europee di riferimento, compreso un riassetto organizzativo e societario, con focalizzazione sul core business». Per Alitalia arriverà una ricapitalizzazione sul mercato e potrà avere un nuovo assetto proprietario, con la partecipazione di investitori privati. Al momento nè azienda nè sindacati hanno chiarito il percorso da seguire per uscire dalla crisi e se ci sarà il coinvolgimento di altre compagnie. La compagnia Volare ha già smentito di essere interessata, così come l'imprenditore mantovano Roberto Colaninno mentre per le banche, l'ad di Banca Intesa Corrado Passera ha ricordato che gli istituti di credito «non si tirano mai indietro quando ci sono un piano e un management credibili». Raggiunto l'accordo ora inizia una corsa contro il tempo. Tutti i consiglieri del vecchio cda si sono quindi dimessi anche se rimarranno in carica fino all'assemblea straordinaria del 17 giugno; fa eccezione Jean Cyril Spinetta, il numero uno di Air France che dovrà restare in consiglio grazie ai patti che legano le due società per l'incrocio azionario. «Adesso confidiamo che il nuovo management sappia definire un piano altrettanto forte e rapido da portare Alitalia fuori dalla crisi» ha commentato il ministro del Welfare Maroni ma il leader della Cgil Epifani ha già detto che per approvare il piano dell'Alitalia ci sarà tutto il tempo giusto. «Sono stati scongiurati migliaia di licenziamenti» ha comunque ricordato il leader della Uil Luigi Angeletti, mentre l'accordo viene salutato con favore anche dall'opposizione. «L'accordo è un successo» ha detto Fassino.