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Il petrolio continua la volata e torna a sfondare i 38 dollari

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A spingere la nuova fiammata giocano le incertezze e le tensioni legate alla situazioni geopolitica in Medioriente. E soprattutto l'attacco di sabato scorso ad una raffineria in Arabia Saudita, il maggior esportatore mondiale di oro nero, che ha innescato i timori ed il nervosismo dei mercati petroliferi, preoccupati per una nuova strategia che possa compromettere le esportazioni dall'area. «L'attacco - spiegano analisti di settore - ha creato un effetto panico e può spingere i prezzi al rialzo». Tornando alle quotazioni l'oro nero a New York ha superato nuovamente quota 38 dollari al barile, con i contratti con consegna prevista per giugno passati di mano fino a 38,08 dollari al barile, in rialzo dell'1,9% sulla chiusura di venerdì scorso. E, intanto, dal fronte Opec è arrivata ieri la notizia che la quotazione media dei greggi prodotti dal cartello la settimana scorsa ha messo a segno un massimo di 33,25 dollari con punte fino a 33,99 dollari al barile, toccate venerdì scorso. Nonostante dall'inizio dell'anno il greggio Opec non si è mai riportato all'interno della forchetta 22-28 dollari indicata da tempo dal Cartello come prezzo di riferimento ideale, l'Opec non sembra intenzionato a riaprire i rubinetti, aumentando la produzione, come auspicato da molti consumatori, Usa in prima fila.

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