Bnl, Abete archivia Mps. Riparte il risiko
In fermento Capitalia. Arpe: siamo più cacciatori che prede. Nel SanPaolo arriva la squadra di Salza
Le ipotesi di nozze tra i due istituti, a lungo vagheggiate soprattutto dalla Borsa, smentite più volte ma sempre di attualità ora sono definitivamente archiviate. Ieri il presidente di Bnl Abete ha messo a punto un'operazione che mette la banca su un binario diverso e riapre per il mondo bancario il gioco del risiko. Il patto parasociale a tre tra BBva, Generali e Diego Della Valle che raccoglie il 28,39% del capitale stabilizza di fatto il controllo della banca romana e chiude defintivamente il dossier Mps. Non più tardi dell'altro ieri Francesco Gaetano Caltagirone, neoazionista con il 2%, aveva rilanciato l'idea, ma subito era stato stoppato dal presidente della Fondazione Mps Giuseppe Mussari: «È un capitolo definitivamente chiuso». Ora si aprono nuovi scenari. Come ad esempio la possibilità che Rocca Salimbeni smobilizzi la sua quota in Bnl finora ritenuta «strategica» ma che alla luce del nuovo patto parasociale non ha più così tanto peso. L'accordo a tre prevede infatti oltre a un sindacato di voto anche un sindacato di blocco delle azioni conferite al patto stesso che impone vincoli agli acquisti e alle cessioni delle azioni sottoposti ai diritti di prelazione e all'autorizzazione dell'organo direttivo del patto. Ma non è tutto. L'asse a tre stoppa di fatto anche le voci di un possibile ruolo d'attacco dei nuovi soci della banca, Stefano Ricucci, Danilo Coppola e Giuseppe Statuto. Si conferma quindi la linea strategica ribadita da mesi da Abete dello «standing alone» dello sviluppo da sola, ed è la conferma che fino al 2005 il cda della banca non si tocca. Questo assetto però non vuol dire un futuro statico per l'istituto romano. Nuovi accordi sono possibili, ma in quali direzioni è tutto da vedere. Un ruolo di primo piano nelle prossime strategie di sicuro lo avrà Diego Della Valle, amico di Abete e neoconsigliere di Generali, che è il secondo azionista di Bnl. A movimentare il quadro c'è anche il nuovo assetto del SanPaolo Imi mentre Capitalia non esclude una politica espansiva. L'assemblea del SanPaolo che ieri ha approvato il bilancio 2003 (utile in crescita del 7,9%) ha sancito anche l'uscita di Rainer Masera e l'arrivo della nuova squadra del neopresidente Enrico Salza con Orazio Rossi vice presidente e Alfonso Iozzo amministratore delegato. Ma veniamo a Capitalia. L'amministratore delegato Matteo Arpe ieri ha lanciato l'ipotesi di aggregazioni «dopo aver risolto i problemi». «Siamo più cacciatori che prede» ha detto.