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Autogrill, Benetton non cede ai fondi

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Dopo due mesi di annunci, trattative e polemiche con l'Antitrust, si chiude per ora con un nulla di fatto la possibile cessione da 2 miliardi di euro a una cordata di fondi di private equity. Le trattative, giunte alle soglie della data room (la fase della due diligence in cui i potenziali acquirenti accedono alle informazioni riservate della società) che si doveva aprire ieri, non si sarebbero quindi arenate sul prezzo o sui contrasti con l'Antitrust, ma sulle sanzioni stabilite da Autogrill a carico dei fondi per mantenere la riservatezza delle informazioni. Secondo fonti finanziarie, i patti per la riservatezza, normali in questo genere di operazioni, prevedevano in questo caso sanzioni pari a 1 milione di euro, che potevano salire a 5 milioni di euro in caso di ripetuti inadempimenti, violazioni accertate comunque da un giudice terzo. Tali cifre, secondo quanto si apprende, erano a conoscenza delle cordate da circa un mese di tempo e, oltre che normali in tale genere di operazioni, non rappresentano un ammontare sproporzionato in relazione all'entità dell'operazione stessa. Alcune fonti finanziarie avevano invece sottolineato l'eccessiva esosità e pretestuosità delle multe richieste da Edizione all'ultimo momento per giustificare un suo ripensamento della cessione. Secondo quanto si è potuto ricostruire, quindi, le trattative tra la società e le cordate si sono interrotte mercoledì per il rifiuto da parte di una delle cordate di sottoscrivere i patti «a causa dell'impossibilità di mantenere la riservatezza, visto il gran numero di soggetti impegnati nella cordata stessa». La decisione avrebbe così influenzato anche le altre cordate e Edizione ha comunicato l'interruzione delle trattative alla stampa. La causa della rigidità di Autogrill (gli impegni sono stati definiti «imprescindibili» nel comunicato della mattina) sarebbe derivata dalla circostanza che le informazioni da diffondere nella data room riguardavano precisi dati, informazioni e strategie della società. Ma, soprattutto, le cordate avrebbero avuto accesso ai dettagli sui prezzi delle gare a cui partecipa Autogrill che, se a conoscenza dei concorrenti industriali, avrebbero potuto pregiudicare il loro buon esito.

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