Nell'assedio della fabbrica c'è una motivazione politica
Si consuma così l'ultimo strappo dei metalmeccanici della Cgil , mentre durante la notte Uil e Cisl di categoria chiudono un'intesa con i vertici della casa torinese per avviare un confronto sullo stabilimento. Così dopo la rottura interna alle tre confederazioni sindacali per l'accordo separato per il rinnovo del contratto nazionale di un anno fa, tornano i blocchi illegali della merce e delle persone. Ora che l'azienda torinese è in via ripresa, la Fiom, unilateralmente e improvvisamente, ha intrapreso, a Melfi, una forma di lotta con il blocco del lavoro con ripercussioni negative sull'intero processo produttivo del gruppo e dell'indotto. Si stima che, in conseguenza di tale forma illegale di lotta si sia perduta una produzione pari a 12mila auto. Dover subire uno sconvolgimento dei regimi produttivi significa scontentare dei clienti, i quali saranno tentati di rivolgersi alla concorrenza e restarvi legati per anni. Certo, nello stabilimento di Melfi esistono dei problemi: i lavoratori hanno diritto di vederli risolvere. Anche le altre organizzazioni sindacali ne sono consapevoli. Fim, Uilm e Fismic hanno stipulato con la Fiat un accordo che affronta i problemi controversi, secondo quei criteri di realismo che fanno parte del "mestiere" del sindacato. Dalla Fiom-Cgil tutta pseudo/bertinottiana è venuto non solo il solito no, ma è proseguito il blocco ad opera di una minoranza radicale di lavoratori. Questa "occupazione radicale" è evidentemente una questione politica , che vede la Fiom e Rinaldini il suo segretario, il braccio armato di una guerra che si esaurisce tutta nel triangolo compreso tra Rifondazione,l'Ulivo diessino e la cgil: l'area della sinistra politica sociale. In questa logica per Bertinotti vincere alla Fiat ,rappresenta un evento politico per il quale vale la pena di mettere a repentaglio la vittoria della coalizione dell'Ulivo e comunque condizionarne fortemente gli assetti. E per venirne a capo Bertinotti vuole prendere in ostaggio il Governo ponendo delle richieste tali da sconvolgere qualsiasi negoziato che l'esecutivo conduce. Ma bisogna che le altre confederazioni vadano avanti, perché l'unica strada percorribile è quella della trattativa , affrontando i problemi e dunque stando da una parte sola, dalla parte del lavoro.