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Scontro a Melfi, Maroni: non interveniamo

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La Cgil chiede il coinvolgimento di Palazzo Chigi ma per il ministro del Welfare «non ci riguarda»

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Dopo l'accordo separato raggiunto nella notte di venerdì con la Fiat sull'avvio del confronto nei singoli stabilimenti (la Fiom si è rifiutata di rimuovere i blocchi alla Sata come pregiudiziale alla trattativa), ieri la Fiom ha annunciato che proseguirà nella lotta e nei presidi davanti ai cancelli, proclamando uno sciopero di quattro ore per tutti gli stabilimenti del gruppo martedì 27 aprile. Sulla vertenza di Melfi i metalmeccanici della Cgil hanno chiesto una convocazione alla presidenza del Consiglio. Ma il ministro del Welfare, Roberto Maroni, ha subito replicato che il Governo «non farà nulla» per ricomporre la frattura tra la Fiat e la Fiom «perchè non è nel suo potere, non è nelle sue competenze e non è nella sua volontà intervenire, visto che si tratta di un problema che riguarda un rapporto tra azienda e sindacati». Il Governo infatti in genere convoca le parti se sono entrambe a chiederlo. Ma in questo caso è già stato siglato un accordo di programma tra l'azienda e Fim, Uilm e Fismic, che non hanno quindi alcuna intenzione di rivolgersi alle sedi istituzionali. Che l'appello comune sia improbabile (e quindi improbabile la convocazione da parte del Governo) lo ha chiarito il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. «Che c'entra? - ha ironizzato a proposito della richiesta della Fiom - sarebbe stato più coerente che l'avessero fatto all'Onu». E Maroni ha ricordato che «l'accordo e la trattativa sindacale sono riservati al rapporto tra le aziende e il sindacato. Questo è un dogma - ha detto - e quando il governo si è messo di mezzo è sempre stato violentemente accusato di ingerenza. Adesso è veramente incredibile e sorprendente che la Fiom chieda al governo di intervenire per costringere la Fiat a firmare un contratto di lavoro». Intanto per domani si profila una nuova giornata di blocco della produzione negli stabilimenti di Mirafiori, Termini Imerese e Sevel Val di Sangro, dal momento che tutto il comprensorio di Melfi è rimasto fermo anche ieri e quindi non ha prodotto i componenti necessari al lavoro nelle tre fabbriche. La Fiat per le giornate di lavoro perse chiederà all'Inps l'intervento della cassa integrazione. La questione di Melfi ha provocato una discussione anche a livello politico, con il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano che ha parlato di una iniziativa «inammissibile», mentre Prc e Pdci hanno espresso solidarietà ai lavoratori in lotta. I Ds hanno chiesto all'azienda l'apertura immediata di un tavolo che coinvolga tutti i sindacati. Intanto Fim, Uilm e Fismic difendono l'accordo raggiunto nella notte come utile per affrontare e superare i problemi. Alla Sata di Melfi il confronto dovrebbe riprendere a partire dal 4 maggio (con l'obiettivo di superare la ripetizione del turno di notte) mentre su Mirafiori il confronto dovrebbe ripartire entro il 15 maggio.

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