Alitalia, il governo pronto a dare una mano L'azienda vuole un giro di vite su ferie e congedi. Più ore di volo per i piloti. A rischio i precari
Tra le pieghe della bozza del piano industriale che i vertici dell'Alitalia ieri hanno approfondito con i sindacati ci sono altre eccedenze. Si tratta degli assistenti di volo che ora sono in contratto a termine e che potrebbero non avere il rinnovo del rapporto con la compagnia. In sostanza, scondo quanto riferiscono i sindacati, è stato riproposto il vecchio progetto di ridurre di una unità gli assistenti di volo soprattutto sulle tratte internazionali. Ma questo è solo un punto del piano che prevede anche il blocco del turn over del personale di terra e la riqualificazione e mobilità verso altre strutture o società del gruppo. Hostess e steward avrebbero ritmi più serrati per i riposi e gli avvicendamenti mentre ai piloti viene chiesto di aumentare il limite delle ore di volo. Dalle attuali 450 annuali si passerebbe a 700. Il limite di legge è di 900 ore. Inoltre avrebbero un nuovo meccanismo di assegnazione delle ferie e i congedi parentali dovrebbero essere richiesti con 45 giorni di anticipo. Risultato: l'azienda prevede con questo piano di recuperare 193 milioni di euro a regime, di cui 135 dall'aumento di produttività e dalla flessibilità e 58 dalle partnership. Nel piano presentato ai sindacati si dice anche che il rinnovo del contratto di lavoro scaduto il 31 dicembre 2003 «dovrà essere coerente con il piano per concorrere al recupero della produttività». Il presidente della compagnia Giuseppe Bonomi ha chiarito che ci saranno diverse alternative al piano: oltre alla rimodulazione del vecchio piano ci sarà anche un'alternativa secca che non prevede come parte integrante i cosiddetti requisiti di sistema. Ma senza un accordo con i sindacati, ha affermato Bonomi, «il piano di risanamento non potrà essere attuato». E il punto centrale dell'intesa con i sindacati sarà «l'aumento della produttività». Ma tutti avverte «devono essere consapevoli che non si esce dalla crisi con un pannicello caldo. Sarà quindi un piano forte». E su questo l'Alitalia non sarà sola. Il governo è pronto a varare un pacchetto di sgravi fiscali (i requisiti di sistema) compatibili con la normativa europea. Il decreto sarà presentato al consiglio dei ministri del 28 aprile. Il ministro del Welfare Maroni ha assicurato che c'è anche il placet di Tremonti. Il ministro dell'Economia nei giorni scorsi aveva esortato l'Alitalia a non contare su un aiuto del governo e a muoversi per proprio conto. Saranno necessariamente interventi light per evitare lo stop di Bruxelles. L'impegno del governo non ha però allentato la tensione tra i sindacati. Ieri c'è stata una manifestazione davanti a Palazzo Chigi che ha bloccato per diverse ore il traffico al centro di Roma. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente al premier, Silvio Berlusconi, da tenersi «entro i primi giorni della prossima settimana». Altrimenti il «rischio di una paralisi aerea è inevitabile», hanno avvertito compatte tutte le nove sigle delle organizzazioni presenti nella compagnia. E il leader della Cisl, Savino Pezzotta, ha mandato all'Esecutivo un chiaro messaggio: «abbiamo chiesto di essere convocati in tempi brevi a Palazzo Chigi. Se non si verificherà, ognuno sarà responsabile di ciò che può succedere». Oggi comunque i sindacati torneranno ad incontrarsi con l'azienda. Le organizzazioni accusano la compagnia di aver presentato un piano simile a quello di Mengozzi ma soprattutto contestano la presenza di esuberi e di esternalizzazioni. Il mercato ha accolto favorevolmente l'indicazione sul prossimo decreto ed il titolo della compagnia ha messo a segno un rialzo del 2,59% a 0,24 euro.