Alitalia, gli esuberi scendono a 1.100
100esuberi di cui 150 potrebbero essere riassorbiti in caso di sviluppo della compagnia per arrivare a 950 lavoratori in eccesso a fine 2005. Nel 2006, ci sarebbero altri 350 recuperi, diminuendo ancora il numero degli esodi. Altri 2.100 dipendenti andrebbero in partnership, «cioè in outsourcing». Un piano quindi meno drastico di quello previsto a suo tempo dal predecessore Mengozzi che prevedeva 2.700 tagli. Quanto ai conti, a partire dalla fine del 2003, il saldo per Alitalia sarebbe negativo per ulteriori 135 milioni di euro. Nonostante il numero degli esuberi si sia sensibilmente ridotto i sindacati sono usciti dall'incontro insoddisfatti. Anzi hanno sottolineato che il piano di Zanichelli «non presenta novità di rilievo rispetto a quello di Mengozzi» e qualora dovesse essere confermato, «il sindacato lo boccerà». Insomma i sindacati non ne vogliono sapere di esuberi e di outsourcing. Sulla trattativa pesa infatti l'incognita dei requisiti di sistema che ha già incontrato il no deciso di Bruxelles. E per dribblare lo sbarramento comunitario Palazzo Chigi sarebbe pronto a varare una versione light dei requisiti di sistema proprio nel consiglio dei ministri di oggi. L'accordo sarebbe stato raggiunto ieri nel vertice tra i ministri dei Trasporti Lunardi, dell'Economia Tremonti con il premier Berlusconi. L'altro giorno Tremonti aveva detto chiaro e tondo all'Alitalia che deve trovare una via d'uscita da sola senza contare troppo sugli sgravi fiscali del governo. Il nuovo decreto del governo per il settore aereo conterrebbe una buona parte delle ipotesi formulate sinora (fra le escluse ci sarebbe l'alleggerimento dell'Irap) ed è stato studiato in modo da escludere la contestazione di aiuti di Stato da parte della Commissione europea, anche perchè ieri la Commissione europea ha inviato una ulteriore lettera formale alle autorità italiane nella quale si legge che «anche nel caso in cui queste misure riguardino l'intero settore aereo, esse possono nondimeno costituire aiuti di stato dal momento che possono favorire alcune imprese o alcune produzioni e falsare o minacciare di falsare la concorrenza». E Bruxelles aggiunge che se entro 15 giorni non avrà ancora ottenuto «informazioni e osservazioni soddisfacenti» si riserva la possibilità di ingiungere all'Italia di fornirle. Un «balletto di lettere che sta diventando irritante» secondo il ministro alle Politiche Comunitarie, Rocco Buttiglione che ha sottolineato che l'atteggiamento della Ue «potrebbe essere interpretato come vagamente intimidatorio». Il decreto arriverebbe così in tempo rispetto alla data del 20 maggio in cui il cda Alitalia deve varare il bilancio 2003, che presenta perdite per 511 milioni di euro. Dimostrerebbe che lo Stato fa «la sua parte» e ha mantenuto la parola data. L.D.P.