Mediobanca rafforza il controllo sul Leone
È quanto è scaturito da una fitta serie di incontri che ha interessato ieri i grandi soci delle Generali e della controllante Mediobanca. Sarebbe allo studio anche l' ipotesi di ingresso in consiglio, accanto ad Alberto Nagel, direttore generale di Piazzetta Cuccia, del condirettore generale Renato Pagliaro. In questo modo, con l' ingresso di Pagliaro, tutto il vertice di Mediobanca, includendo il presidente Gabriele Galateri, farebbe così parte del consiglio di Generali, rafforzando il controllo sulla compagnia. La rappresentanza diretta di piazzetta Cuccia nel board passerebbe così da un componente a due o tre, che diventano tre o quattro volendo includere nel computo il notaio Piergaetano Marchetti che è presente in qualità di esperto e presiede il patto di sindacato di Mediobanca. Il rafforzamento dell'azionista di riferimento in consiglio può forse essere messo in relazione alla decisione di Mediobanca, presa lo scorso gennaio, di arrotondare la storica partecipazione dello 13,9% in generali di uno 0,20-0,25% fino a portarsi al limite statutario del 15% del patrimonio di vigilanza investito in un'unica società. Il consiglio, composto attualmente da 20 componenti, dovrebbe subire un piccolo ritocco al ribasso (per statuto può contare da 11 a 21 amministratori), probabilmente a quota 19. Quanto ai rappresentanti delle banche, sarebbe confermata la presenza di Alessandro Ovi come indipendente espresso da Unicredit e Alessandro Pedersoli per conto di Intesa mentre, secondo indiscrezioni «non è detto che Monte Paschi rinunci ad esprimere un consigliere», che attualmente è Luigi Arturo Bianchi. Capitalia sarebbe invece orientata a sostituire Giuseppe Guizzi con Vittorio Ripa di Meana. Si preannuncia inoltre un posto in consiglio per Piergaetano Marchetti, presidente del patto di Mediobanca, Ana Botin e Laurent Dassault, in rappresentanza dei soci stranieri di Mediobanca. Sul tavolo anche la candidatura di Jonella Ligresti, anche se non sono venute meno le perplessità degli altri grandi azionisti per il suo ruolo «di presidente ricoperto in una compagnia concorrente», cioè Fondiaria-Sai. La presidenza ad Antoine Bernheim non sembra in discussione, almeno per ora. Il mandato verrà triennalizzato, come Bernheim aveva chiesto un anno fa: lo statuto prevede, all'articolo 32, che il presidente della compagnia venga eletto ogni anno dai componenti del cda. Secondo quanto riferiscono alcune fonti finanziarie ci sarebbe un accordo non scritto per il quale Bernheim si sarebbe impegnato a presentarsi dimissionario all'assemblea dell'aprile 2005, dopo aver compiuto gli 80 anni, il prossimo settembre.