Alitalia, i sindacati minacciano scioperi
Monito del garante Martone: le mobilitazioni selvagge non risolvono la crisi della compagnia
Ma già da oggi disagi potrebbero verificarsi a Fiumicino, con possibili file ai check-in e ritardi negli imbarchi, a causa di una assemblea del personale di terra. All'iniziativa, promossa dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e dal Sult, parteciperanno anche rappresentanze di piloti, di hostess e steward, delle forze politiche e delle istituzioni. «Il tempo non gioca più a nostro favore - afferma il segretario nazionale del sindacato di categoria della Uil, Guido Moretti - vanno ricercate soluzioni immediatamente. È essenziale che il governo dia risposte concrete, altrimenti il rischio è che la tensione salga, con conseguenze che noi vorremmo scongiurare sull'utenza». A preannunciare uno «scontro sociale senza precedenti» senza un'iniziativa decisa del governo è la Fit-Cisl. I sindacati chiedono anche un intervento della commissione di Garanzia sul diritto di sciopero per sensibilizzare il Parlamento a contribuire alla ricerca di una soluzione per Alitalia. Ma il presidente della commissione Antonio Martone risponde che «lo sciopero selvaggio non risolve i problemi dell'Alitalia». E ad aspettarsi una svolta per la società nella prossima settimana sono anche i piloti dell'Anpac. «Per il momento abbiamo cancellato l'ultimo sciopero - afferma il presidente Berti - Ma è ovvio che, nel momento in cui arrivassero segnali dall'azienda o dal governo che non si vuole risolvere realmente la situazione, a quel punto le agitazioni sarebbero immediate». E aggiunge: «Siamo pronti anche ad aumentare la produttività in termini di ore volate». Domani si riunisce il consiglio di amministrazione della società che dovrebbe iniziare l'esame del piano industriale. E, sempre martedì, la questione dovrebbe essere affrontata in un vertice di governo che deve pronunciarsi sulle misure da introdurre nel decreto sui cosiddetti requisiti di sistema. Decisivo,a questo punto, il pronunciamento di Bruxelles sul decreto come negli ultimi giorni hanno sottolineato sia il vicepremier, Gianfranco Fini, e ancora prima il ministro del Welfare, Roberto Maroni. Considerato il clima di tensione che c'è tra i lavoratori, c'è chi teme da oggi un ritorno alla conflittualità a Fiumicino, anche con azione «selvagge».