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Il Tempo risponde alle domande dei letteri

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Mi dice che è obbligatoria e che senza l'Inps non mi può pagare la disoccupazione. È vero? Inoltre, cosa succede se trovo un lavoro durante il periodo di disoccupazione? Mauro B. - Roma I lavoratori disoccupati, per mantenere lo stato "giuridico" di disoccupato (anche se ne farebbero sicuramente a meno), non devono avere alcuna attività lavorativa, non devono cioè svolgere né lavoro autonomo né lavoro dipendente né parasubordinato. Devono, inoltre, dichiarare ai Centri per l'impiego la disponibilità sia a svolgere un'eventuale attività lavorativa sia a seguire il percorso per la ricerca di una nuova occupazione proposta dagli stessi Centri. Dal momento che è stata abolita l'iscrizione dei lavoratori nelle liste dei disoccupati, iscrizione che veniva considerata un requisito o una condizione per il pagamento di alcune prestazioni, la dichiarazione di disponibilità può essere considerata utile per la liquidazione delle prestazioni di disoccupazione. Ecco perché, ai lavoratori che chiedono l'indennità di disoccupazione, viene chiesto di allegare alla domanda di prestazione una dichiarazione di responsabilità con la quale attestino di essersi presentati presso i Centri per l'impiego per l'immediata disponibilità e di essere disoccupati. Nel caso in cui il disoccupato si rioccupi perde il diritto all'indennità. Automaticità delle prestazioni Ho sentito parlare di automaticità delle prestazioni. Potreste dirmi di cosa si tratta e per quali casi è prevista? Daniela S.- Pomezia (RM) Quando si parla di automaticità delle prestazioni, si intende il fatto che i periodi di lavoro per i quali non sono stati versati contributi e per i quali non è ancora trascorso il termine di prescrizione previsto dalla legge, sono riconosciuti validi a tutti gli effetti, come se fossero stati regolarmente versati dal datore di lavoro. E' necessario però che sia provata l'esistenza del rapporto di lavoro con documenti o prove certe (libretto di lavoro, buste paga, lettere di licenziamento, libro paga e matricola ecc.). Per i contributi, inoltre, come già detto, non deve essere intervenuta la prescrizione. L'automaticità delle prestazioni può essere applicata solo nel caso di lavoro dipendente: i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri), dal momento che sono tenuti a versare i contributi per loro stessi, non possono contare su tale strumento. Se invece è trascorso il periodo di prescrizione, resta sempre la possibilità della costituzione, presso l'Inps, di una rendita vitalizia. Si tratta di un "riscatto" dei contributi non pagati a suo tempo e ormai prescritti, per ottenere una quota di pensione equivalente. L'importo del riscatto varia in relazione all'età del lavoratore, alla retribuzione, al sesso, alla lunghezza del periodo da regolarizzare e alla lunghezza di quello già coperto di contributi. La costituzione di rendita vitalizia può essere richiesta sia dal lavoratore sia dal datore di lavoro, ma è necessario dimostrare l'esistenza del rapporto di lavoro per i periodi che si vogliono riscattare. Il diritto alla pensione di vecchiaia a 65 anni Ho 60 anni e ho lavorato come gestore di un negozio versando contributi per 32 anni. L'attività non va molto bene e vorrei chiudere. Non so se chiudere o aspettare. Ho diritto a chiedere la pensione di vecchiaia? Giuseppe D. - Viterbo Gentile Signor Giuseppe, i contributi versati sono sufficienti. Oggi ci vogliono almeno 20 anni di contributi per richiedere la pensione di vecchiaia. Il problema è che lei non ha l'età, perché la pensione di vecchiaia per gli autonomi si consegue a 65 anni. Però, se non vuole aspettare i 65 anni, potrebbe intanto chiedere l'indennizzo per i commercianti. È sufficiente avere più di 6

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