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di LAURA DELLA PASQUA I VERTICI dell'Alitalia hanno ormai gettato la spugna e attendono ...

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Così anche il piano industriale verrà solo formalmente presentato al consiglio d'amministrazione di martedì prossimo ma solo per tranquillizzare i mercati che comunque l'Alitalia qualcosa sta tentando. La convinzione di ambienti vicini alla compagnia è che il piano non verrà esaminato e che si cercherà di prendere tempo in attesa che il governo metta sul tavolo le risorse per il salvataggio. Ed è quanto ha lasciato intendere tra le righe ieri il presidente di Alitalia Bonomi che dopo una fuga di notizia sull'ipotesi di un'ennesimo rinvio del piano, in serata ha precisato che sì il piano sarà presentato nel cda del 20 aprile ma «spetterà al consiglio decidere se approvarlo o chiedere un ulteriore approfondimento». Con queste parole Bonomi ha voluto mettere al riparo il titolo dall'ennesimo scivolone ma non ha fugato certo il sospetto che i vertici della compagnia ormai giocano allo scaricabarile col governo non potendo nè volendo riproporre il piano da lacrime e sangue dell'ex amministratore delegato Mengozzi con 2.700 esuberi. Ma l'aiuto del governo oltre che costoso per le casse pubbliche è a rischio bocciatura di Bruxelles. Gli interventi sui cosiddetti requisiti di sistema avrebbero un costo di circa 320 milioni di euro per tutto il trasporto aereo mentre solo per l'Alitalia servirebbero 190 milioni di euro. Sono queste le cifre su cui si è ragionato nel vertice tecnico di governo di mercoledì sera. Per la compagnia di bandiera si tratta di una corsa contro il tempo. Il 20 maggio infatti dovrà chiudere il bilancio 2003 per cui ha chiesto uno slittamento alla Consob, ed evitare che le perdite superino un terzo del capitale. Per questo tra le tante soluzioni possibili, qualora non si arrivasse a chiudere la partita sui requisiti di sistema, c'è anche quella del commissariamento sotto la guida dell'attuale amministratore delegato Marco Zanichelli. Questo spiega anche la cautela del presidente Bonomi che mai come in questo momento si è legato le mani. Ieri il titolo ha perso il 4,89%. I sindacati sono in allarme per questa «pericolosa situazione di stallo». Intanto i piloti si sono detti disponibili a rinunciare al pagamento degli straordinari e al bilanciamento delle basi di Fiumicino e Malpensa con una soluzione multibase, che potrebbe far risparmiare all'azienda 5 milioni di euro. Il ministro del Welfare Maroni ha detto che la prossima settimana «sarà decisiva» ma occorre coinvolgere anche le istituzioni locali.

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