Condono, ultimo giorno per mettersi in regola
Ma non è escluso che dopo la chiusura ci sia una piccola coda con una riapertura tecnica a favore delle società il cui bilancio non coincide con l'anno solare. Le sanatorie si applicano infatti al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2002. Il ministero dell'Economia ha già fatto sapere di voler estendere le sanatorie relative all'anno 2002 anche alle imprese con il bilancio a cavallo tra il 2002 e il 2003 che l'attuale normativa esclude e che il governo è orientato a ricomprendere. Chi intende mettersi in regola può farlo sia relativamente ai periodi d'imposta 1997-2001 che per l'anno d'imposta 2002. In particolare entro oggi si può aderire a condono tombale, concordato per gli anni pregressi, dichiarazione integrativa semplice, chiusura delle liti potenziali e pendenti, regolarizzazione delle scritture contabili, rottamazione dei ruoli, definizione agevolata delle imposte indirette e sanatoria degli omessi versamenti relativi ai periodi d'imposta fino al 2001 e relativi al periodo d'imposta 2002. E proprio mentre ci si avvicina alla chiusura delle sanatorie la Cgia di Mestre, in una nota, ricorda gli incassi registrati dalle principali sanatorie dal '73 ad oggi. «Le novità dell'ultima ora in tema di condoni -sottolinea la Cgia- rischiano di creare non pochi problemi ai tecnici ed agli operatori fiscali ma nel frattempo una certezza rimane. Per il fisco italiano i condoni sono stati un vero affare. Dal 1973 ad oggi i principali condoni introdotti dai governi che si sono susseguiti hanno consentito di incassare oltre 100.000 miliardi di vecchie lire. Per l'esattezza 50.949 milioni di euro. L'anno scorso degli 8 miliardi di euro previsti, l'erario ne ha incassati addirittura 19,9; il 248,7% in più rispetto alle previsioni. Si sono superate addirittura le annualità del 1992 e del 1982 che erano state le più propizie per il fisco italiano. Infatti, in quelle due circostanze si riuscì ad incassare il 120,6% e il 113% in più del previsto. Male, invece, andarono quello sulle scritture contabili del 1995, sulla tassa rifiuti e immobiliare entrambi del 1989. Nel primo caso solo il 2,7% di quanto preventivato e nelle altre 2 circostanze si toccò rispettivamente il 3,3% e il 6,4%.