Riforma Irpef, per 2 su 3 non cambia nulla
Vantaggi solo per i redditi sopra i 15.000 euro lordi all'anno. Risparmi per 18 miliardi
Insomma, circa 35 mila miliardi di vecchie lire di tasse in meno. A beneficiarne, probabilmente, saranno solo i contribuenti con redditi sopra i 15.000 euro lordi all'anno. Tutti gli altri, pari al 66,2% del totale, c'è il rischio che non cambi proprio nulla con l'applicazione della seconda fase della riforma fiscale voluta dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi. È quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre che ricorda tuttavia che la legge delega in materia fiscale prevede un innalzamento della no tax area e la sostituzione delle detrazioni fiscali con un sistema di deduzioni. Per chi percepisce fino a 15 mila euro lordi all'anno, e sono 25 mln e 360 mila persone fisiche, è probabile che continuerà a pagare le imposte con l'aliquota del 23%. Ad essere particolarmente beneficiati, invece, saranno i 238 mila contribuenti che attualmente con un reddito oltre i 70.000 ma inferiore ai 100.000 euro, vedranno addirittura dimezzare l'aliquota d'imposta (dall'attuale 45 passerà al 23%). Significativo, rileva la Cgia di Mestre, sarà l'intervento della riforma sul milione di lavoratori il cui reddito è compreso tra 29 mila e 32 mila 600 euro. Per loro saranno otto i punti in percentuale in meno e andranno dall'attuale 31% di Irpef al 23%. E ancora più rilevante sarà la riduzione per un milione e 640 mila contribuenti, che percepiscono dai 32 mila 600 ai 70 mila euro: l'aliquota passerà dal 39% al 23%.