Benzina alle stelle non solo per la guerra

Il prezzo della verde che ieri ha sfondato quota 1,11 euro al litro (2.150 vecchie lire) è ai massimi dell'ultimo anno. Rispetto ad un anno fa quando la senza piombo viaggiava intorno agli 1,067 euro al litro, per un pieno di un'auto di media cilindrata, occorreranno oltre due euro in più della Pasqua 2003. Circa 4 mila vecchie lire, quindi, con un rincaro di oltre il 5%, vale a dire il doppio dell'andamento dell'inflazione. In autostrada la situazione è peggiore. Il carburante in alcune stazioni di servizio supera infatti già quota 1,116 euro al litro. Una quota pericolosamente vicina cioè al record storico delle 2.200 vecchie lire toccate tre anni fa. Per chi ha il diesel il pieno della scampagnata di Pasquetta ammonta a 0,010 euro al litro (circa 20 vecchie lire in più) che per un rifornimento completo si traducono nell'equivalente di 1.000 vecchie lire. La causa è l'andamento del mercato internazionale del greggio che ha registrato quotazioni dell'oro nero fino a 37 dollari al barile. E, ancora, la ripresa del dollaro (valuta di interscambio petrolifero) sul biglietto verde dopo il forte apprezzamento che la moneta unica aveva registrato tra fine 2003 ed inizio 2004. Ma sui prezzi di Pasqua 2004 rispetto a quella 2003 incide anche il rialzo dell'accisa che grava sul carburante, deciso dal Governo a fine dell'anno scorso per finanziare il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri. Si è trattato di un aumento di 0,017 euro al litro che, nelle intenzioni dell'esecutivo, doveva essere assorbito dall'industria petrolifera grazie all'apprezzamento dell'euro. Ma che con la ripresa del biglietto verde e l'impennata del greggio potrebbero essere già state completamente trasferite sui prezzi al consumo. Due terzi della cifra pagata ai distributori, finisce al fisco. Per ogni pieno da 25 euro di benzina pagate al distributore, quasi 16,5 euro vanno nelle casse dello Stato sotto forma di accisa e Iva. Per la benzina l'Iva si applica sulla somma del prezzo industriale e dell'accisa e cresce all'aumentare del costo della materia prima. Nelle scorse settimane si era ventilata l'ipotesi di un ritocco dell'attuale meccanismo che potesse calmierare le fiammate del greggio. Ma l'idea che doveva essere approfondita in una serie di incontri tra il ministero delle Attività Produttive e quello dell'Economia, è rimasta nel cassetto.