Statali, ultimatum dei sindacati al governo
Pronti allo sciopero per il 21 maggio. Ci sarà anche una manifestazione nazionale a Roma
I sindacati chiedono l'avvio della nuova stagione contrattuale (che interessa il rinnovo del biennio economico 2004-2005) con aumenti retributivi pari all'8% contro il 3,5% previsto dal governo. Le organizzazioni rivendicano anche la definitiva chiusura dei contratti del passato biennio 2002-2003. In concomitanza con lo sciopero, è prevista una manifestazione nazionale a Roma. In un dettagliato documento di quattro cartelle, Cgil, Cisl e Uil affrontano le varie problematiche aperte nel pubblico impiego che riguardano la stagione contrattuale, la previdenza complementare, la privatizzazione dei servizi pubblici. Ma anche il sistema contrattuale e gli interventi legislativi che «invadono» il campo della contrattazione. I sindacati ricordano che ci sono «ancora 280 mila lavoratori che vedono pesantemente messi in discussione il potere d'acquisto delle loro retribuzioni e negato il loro diritto ad avere un contratto di lavoro». Contratti già fermati, come la sanità, inoltre, - rilevano ancora le organizzazioni - sono bloccati da interventi impropri della Corte dei Conti. I sindacati accusano, quindi, il governo di non averli ancora convocato per l'apertura della nuova stagione contrattuale, nonostante «le legittime richieste provenienti dalla base dei lavoratori con le iniziative di mobilitazione. I sindacati accusano il governo di non aver messo nella legge finanziaria le risorse necessarie per il recupero del potere d'acquisto e l'incremento delle retribuzioni dei 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego e della scuola. Altro capitolo è quello della previdenza complementare. I sindacati denunciano, come dopo 5 anni dall'accordo quadro per la previdenza complementare nel settore, sia stato costituito solo il fondo della scuola. «Alla gravità di questo ritardo che rende debole e insufficiente la futura copertura pensionistica dei lavoratori pubblici,- affermano i sindacati nella loro piattaforma - si aggiungono gli effetti del disegno di legge del governo che incide negativamente sulla previdenza pubblica, contro il quale i lavoratori hanno scioperato il 26 marzo scorso. I recenti conti della Ragioneria hanno messo in evidenza le pesanti incidenze che la riforma avrà sulle pensioni d'anzianità nell'impiego pubblico, mentre nel regime pensionistico continuano ad esistere forti differenze a danno dei lavoratori pubblici, come nel caso degli elementi retributivi per il calcolo del tfr». I sindacati rivendicano il mantenimento del sistema contrattuale e la cosiddetta contrattualizzazione del rapporto di lavoro pubblico, frutto di un'intensa stagione di confronto, condivisione e concertazione tra sindacati, governo e parti pubbliche.