Pensioni: in 100 mila preferiscono aspettare gli incentivi del governo
È la tesi del presidente dell'Inps, Gian Paolo Sassi, che ieri ha quantificato in «oltre 100.000 persone» i lavoratori che, pur avendo la possibilità di andare a riposo, scelgono di restare in azienda in attesa degli incentivi in busta paga previsti dalla riforma previdenziale del Governo. Una tesi non condivisa però da Cgil e Cisl che, con i segretari generali Guglielmo Epifani e Savino Pezzotta, parlano rispettivamente di una tesi «azzardata» e di un'ipotesi non confermata, visto che la gente «non aspetta gli incentivi» e, «quando può, se ne va». Per il leader della Uil, Luigi Angeletti, le dichiarazioni di Sassi confermano invece che «gli incentivi destinati al lavoro funzionano e bastano», e che quindi non è necessario intervenire sull'aumento dell'età di uscita per la pensione di anzianità. «I conti stanno andando bene - ha detto Sassi uscendo da un'audizione alla Commissione bicamerale per la gestione degli enti previdenziali - non c'è stata nessuna fuga verso la pensione di anzianità. Anzi - ha spiegato - c'è stata una regressione. Le previsioni sono state smentite per difetto. Più di 100.000 persone che hanno maturato i requisiti tra il 2003 e il 2004 non stanno andando in pensione. Normalmente si trattava di dati più bassi, 5-10.000 persone. È la prima volta che succede che tanti lavoratori non vadano in pensione pur avendone i requisiti». «Io credo - ha replicato a stretto giro Pezzotta - che la gente quando può andarsene in pensione se ne va. La gente non aspetta gli incentivi - ha aggiunto - piuttosto, il fatto che ci sia qualche domanda in più, è un segno dell' incertezza che vivono tantissimi lavoratori». Secondo i dati presentati da Sassi, l'Inps prevede di superare nel 2003 i 142,4 miliardi di euro di spesa per le pensioni, con un aumento di oltre 9 miliardi rispetto al 2002 (+7%). In percentuale, rispetto al Pil, la spesa dovrebbe crescere dal 10,58% del 2002 al 10,96%. Tra il 2004 e il 2006 la percentuale rispetto al Pil dovrebbe diminuire, ma a fronte di aumenti di reddito consistenti. Nel 2004 l'Inps si attende una incidenza della spesa sul Pil nominale del 10,95%, a fronte di una crescita del Pil, sulla base delle stime del Governo, dell'1,9% (proprio oggi la Commissione europea ha previsto per l'Italia un aumento dell'1,2%) mentre nel 2005 l'incidenza dovrebbe scendere al 10,78% (a fronte di un aumento del Pil del 2,2%) e nel 2006 al 10,62% (a fronte di una crescita del 2,5%). Sassi ha espresso preoccupazione per la dinamica di spesa dei fondi speciali e per lo squilibrio verso il quale vanno le gestioni dei lavoratori autonomi. Nel 2003, a fronte di oltre 122.000 uscite tra artigiani (40.360), commercianti (32.669 uscite) e coltivatori diretti (49.006), il saldo dei nuovi iscritti ha contato appena 13.191 unità (17.000 nuovi artigiani e 2.186 nuovi commercianti gli iscritti, mentre gli agricoli sono diminuiti di 5.995 unità). Continua ad andare bene invece la gestione dei lavoratori parasubordinati: nel 2003, grazie a un avanzo economico di esercizio di 3.719 milioni di euro, si è consolidato l'avanzo patrimoniale a 18.355 milioni di euro. Gli iscritti hanno raggiunto quota 2,7 milioni di persone, con una crescita di 307.473 unità (+12,9%). Le pensioni erogate dalla gestione nell'anno hanno raggiunto quota 37.189 (+65,5% sul 2002), con un rapporto iscritti pensioni che resta molto favorevole ai primi.