Bundesbank, Welteke lascia arriva Stark
Il board dell'istituto centrale tedesco, riunito a Francoforte, ha affidato l'interim a Jurgen Stark. In un comunicato la banca centrale tedesca spiega di non avere ravvisato gli estremi per chiedere un vero e proprio «licenziamento» di Welteke, travolto dallo scandalo legato al lussuoso soggiorno berlinese offertogli da Dresdner Bank. A Welteke, pertanto, è stato chiesto di dimettersi dalla carica di presidente della Bundesbank, pur rimanendo membro del board dell'istituto centrale, e di «sospendere» quindi le sue funzioni, anche in considerazione dell'indagine aperta nei suoi confronti dalla magistratura per sospetto iniziale di concussione. Welteke ha dichiarato di accettare le richieste del board della Bundesbank. È quindi un pupillo di Helmut Kohl che giunge alla guida della Bundesbank. Con Jorgen Stark, attuale vicepresidente della banca centrale tedesca, la Bundesbank ritorna alle proprie origini, alla tradizione dei banchieri «ortodossi», «monetaristi», assolutamente intransigenti in materia di politica monetaria e di conti pubblici, fustigatori delle politiche fiscali poco rigorose e strenui difensori del Patto di stabilità, sull'esempio di Hans Tietmeyer. Sono queste le caratteristiche salienti di Stark, 56 anni, nato nella Renania-Palatinato, il cui sguardo arcigno e il portamento severo lasciano ben trasparire l'indole assai poco accondiscendente del personaggio. Allevato politicamente dal cancelliere Kohl, Stark ama ripetere, nella migliore tradizione dei monetaristi, che «money counts» per evidenziare che un'eccessiva liquidità può generare pressioni inflazionistiche. Considerato un «falco» in politica monetaria, simile in questo al capoeconomista della Bce, Otmar Issing, Stark ha sempre cercato di frenare gli allentamenti monetari richiesti a gran voce dai politici e dai mercati. Vicepresidente della Bundesbank dal 1998, dopo che Welteke gli era stato preferito dal governo socialdemocratico, Stark ha un curriculum sia accademico che politico. Prima assistente universitario e poi, per lunghi anni, segretario del Ministero delle finanze e referente personale del cancelliere Kohl per l'organizzazione dei summit economici.