Bond Cirio, la Cassazione: l'inchiesta resterà a Milano
La comunicazione è arrivata al pm Luigi Orsi, uno dei tre titolari dell'inchiesta che vede altri due nuovi indagati a Milano, i cui nomi sono top secret. Il conflitto di competenza tra le procure di Milano e Roma era stato sollevato dai magistrati della procura della Capitale che indagano anch'essi sul crac Cirio, i quali avevano chiesto ai colleghi di Milano la trasmissione degli atti relativi al filone delle inchiesta nell'ambito della quale sono iscritti nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa Sergio Cragnotti, il genero dell'ex patron della Cirio, Filippo Fucile, il presidente di Capitalia Cesare Geronzi, Stefano Balsamo di GP Morgan e il legale civilista di Cragnotti, avvocato Riccardo Bianchini Riccardi. Un altro filone delle indagini milanesi riguarda il reato di riciclaggio in quanto, secondo l'accusa, Cragnotti avrebbe tentato - tramite una cordata di imprenditori di cui sarebbe stato socio occulto - di riacquistare alcune società Cirio tramite i soldi distratti dalla bancarotta. Per questo filone sono indagate cinque persone tra cui l'imprenditore Carlo Ronchi, il finanziere Mario Garnero e l'avvocato d'affari Paolo Sciumè. Il pg della Cassazione ha stabilito che tra le due inchieste - quella milanese e quella romana - non c'è connessione, nè identità dei fatti. Secondo quanto si è appreso, allo stato degli atti, nelle due procure non c'è identità soggettiva tra gli indagati per truffa e per bancarotta. Per quanto riguarda l'esclusione della identità dei fatti, sempre secondo quanto appreso, la procura generale della Cassazione ha rilevato che le truffe commesse a Milano sono diverse da quelle commesse nella capitale. Per l'avvocato Cataldo Intrieri, che aveva sollevato il conflitto tra le procure di Roma e Milano, «la decisione - sottolinea il difensore di Riccardo Bianchini Riccardi - dimostra come sia possibile, tramite il codice di rito, clonare oltre gli errori anche i procedimenti penali». Pesante disappunto è stato espresso anche in ambienti della Procura di Roma: viene sottolineato che la primogenitura dell'inchiesta è della Capitale.