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Petrolio, l'Opec è divisa sui tagli alla produzione

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Il cartello rimane inoltre preoccupato sia per un prossimo calo della domanda, con conseguente possibile sovrapproduzione nei prossimi tre mesi, sia per l'attuale alto livello dei prezzi. Lo stesso presidente dell'Opec, Purnomo Yusgiantoro ha sottolinato che «non c'è ancora alcun accordo. Il consensus in genere arriva durante il meeting e dal momento che adesso non c'è alcun meeting, non c'è alcun accordo». «Sono ancora aperte tutte le possibilità - ha precisato Purnomo - considereremo tutti gli scenari e ascolteremo tutte le proposte». Purnomo ha aggiunto che «se continueremo ad operare con l'output attuale, ovvero 24,5 milioni di barili al giorno, entro la fine di giugno avremo circa 4 milioni di barili al giorno di scorte in eccesso». Il presidente ha sottolineato che questa prospettiva è una preoccupazione per tutti, ma che l'Opec è anche «preoccupata per l'alto livello dei prezzi». I produttori Opec sembrano dunque rimanere divisi sul da farsi, mentre aumentano le pressioni da più parti del mondo affinchè riveda, o quanto meno posticipi, il taglio pianificato a partire dal 1° aprile. Una decisione che ha spinto i future sui prezzi petroliferi Usa al livello più alto degli utili 13 anni. Alcuni membri del cartello ammettono che i prezzi sono troppo alti e favoriscono quindi uno slittamento del taglio alla quota produttiva a cui i membri avevano aderito nel meeting di Algeri dello scorso febbraio.

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