IN AUTOSTRADA VENDUTA FINO A 1,113 EURO
La benzina ha superato quota 1,1 anche nei distributori della rete ordinaria, mentre negli impianti autostradali tocca punte di 1,110-1,113. Si tratta dei livelli più alti da un anno, dalla vigilia cioè dell'avvio della Guerra in Iraq. L'aumento - spinto dal prezzo del petrolio che l'altro ieri a New York ha toccato i nuovi massimi da 13 anni, a 38,5 dollari il barile - è scattato all'unisono negli impianti di quattro diversi marchi: la «verde» costa ora 1,102 ai distributori Api, 1,101 alla Erg, 1,102 alla Fina e 1,105 alla Q8. Nei distributori autostradali sono previsti una serie di differenziali di prezzo che per la benzina, viaggiano sugli 8 millesimi di euro in più al litro rispetto ai prezzi praticati sulla rete ordinaria. Con la maggiorazione di 8 millesimi prevista per la vendita sulle autostrade si arriva così ad un massimo di 1,113 negli impianti Q8. Sono previste poi maggiorazioni di un cent per i notturni con benzinaio e di mezzo cent per 37 province più difficili da rifornire. Ma il rincaro riguarda anche il gasolio che in tutti gli impianti serviti è ora sopra gli 0,9 euro: si va dagli 0,901 euro di Shell e Ip agli 0,911 euro di Agip e Q8. Il rincaro, che dall'inizio di febbraio quando un litro di verde viaggiava sugli 1,070, è stato di oltre 3 cent, ha tra gli effetti anche quello di un possibile rialzo dell'inflazione. Gli esperti calcolano infatti che l'indice dei prezzi al consumo segna un rialzo di 0,1 punti per ogni incremento di 0,036 euro del litro di benzina. Ma forse non tutti sanno che, per ogni pieno da 25 euro di benzina pagate al distributore, quasi 16,5 euro vanno direttamente nelle casse dello stato, sotto forma di accisa e Iva. Come dire cioè che quasi due-terzi della cifra pagata per ogni rifornimento completo brucia in tasse. E il gettito per l'erario - in base all'attuale meccanismo di tassazione dei carburanti - cresce all'aumentare del prezzo al consumo: per ogni 0,051 euro di aumento del prezzo al distributore (100 lire per chi ancora non ha grande dimestichezza con la nuova moneta) lo Stato guadagna di sola Iva 0,008 euro in più al litro (oltre 16 lire). I prezzi finali dei carburanti attualmente sono dati dal prezzo industriale a cui va aggiunta l'accisa e l'Iva al 20% sul totale delle prime due voci. Nonostante le punte di 1,1 toccate l'altro ieri in alcuni distributori italiani, un litro di verde costa in media in questi giorni agli automobilisti italiani intorno ad 1,092-1,0980 euro. Di questi solo 0,355-0,358 euro sono legati all'effettivo costo del carburante: la parte rimanente, pari a 0,743 euro sono infatti tasse (0,56 euro il peso dell'accisa e 0,183 quello del'Iva).