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Sviluppo Italia, pacchetto di misure per attrarre gli investimenti dall'estero

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Gli strumenti sono un piano di marketing territoriale e un contratto di localizzazione già finanziato dal Cipe. Si tratta di un accordo tra Sviluppo Italia, amministrazioni locali e centrali e imprenditori. È stato poi costituito un Comitato strategico e definita una rete di specialisti per promuovere all'estero l'Italia e quindi attrarre potenziali investitori. Il Comitato si riunirà per la prima volta il 2 e 3 aprile. Questo pacchetto di strumenti è stato presentato ieri dall'amministratore delegato di Sviluppo Italia Massimo Caputi, all'incontro dell'Aspen sul tema «Investire in Italia, le politiche, le opportunità e gli strumenti». Al summit erano presenti il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, quello per l'Innovazione tecnologica, Lucio Stanca, il presidente della Bnl, Luigi Abete, di Ibm Italia, Elio Catania, di Autostrade, Gian Maria Gros Pietro e Chicco Testa del Fondo Carlyle. Stanca ha sottolineato che «Sviluppo Italia rappresenta un motore fondamentale per fare una strategia di attrazione». Eppure lo studio internazionale «The competitive alternatives», condotto da Kpmg nel 2003, afferma che nella classifica mondiale delle nazioni con i minori costi per avviare un'attività imprenditoriale il posto dell'Italia è di tutto rispetto: il quarto, alle spalle di Canada, Australia e Gran Bretagna. Nell'area dell'euro il Belpaese precede la Francia e, di gran lunga, la Germania. Si tratta di un'analisi comparata dei costi di business in undici paesi industrializzati, tra cui tutti quelli del G7 più Australia, Islanda, Lussemburgo e Olanda. Lo studio misura l'impatto combinato di 27 significative componenti di costo che sono maggiormente considerate dalle imprese al momento di scegliere la localizzazione degli investimenti. Oltre ad avere il più basso costo del lavoro tra gli undici Paesi considerati, l'Italia registra una diminuzione dei costi per l'accesso ai servizi di pubblica utilità (grazie al processo di deregolamentazione in atto). Anche per quanto riguarda le città, tra le sedici campione di Eurolandia, spicca la posizione di quelle italiane: i costi d'impresa più convenienti ce li ha Caserta, ma tutte sono tra le meno care d'Europa (Livorno è terza, Vicenza quarta e Torino quinta).

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