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Parmalat, Marzano promuove il piano Bondi

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Alemanno: sulla vendita dei marchi si deciderà caso per caso. I sindacati chiedono un confronto

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I commenti alla idea lanciata dal Commissario straordinario di Parmalat, Enrico Bondi di trasformare i crediti delle banche in azioni, e quindi in capitale, cominciano ad arrivare da tutte le parti. Dapprima quelli dei ministri più direttamente interessati alla materia, quello alle Attività Produttive e quello delle Politiche Agricole. Dice Marzano, reduce da un incontro con Bondi: "Per quello che mi ha detto non ci sono molte alternative" per salvare l'azienda; " Ma occorre essere chiari: per per arrivare al piano industriale definitivo saranno consultate tutte le banche. Non si può pensare di non farlo"; E se sarà formato un Comitato - come ha già fatto Citycorp - "dovranno esserci anche le banche italiane". Dal canto suo Gianni Alemanno definisce il piano Bondi "ottimo, ben congegnato e di grande forza. Lo scambio debiti azioni costituisce una grande sfida sul mercato finanziario che porterebbe a una soluzione senza traumi". Naturalmente ha ammesso il ministro " si potrà considerare la dismissione di alcuni marchi che non sono funzionali al core business dell'azienda parmense, salvaguardando le attività radicate in Italia". E i banchieri? Mario Girotti, Direttore generale di Bnl ha affermato che il piano non è stato discusso dal Consigglio di amministrazione che ha deliberato di accantonare 111 milioni di euro a copertura del 77 per cento dello scoperto Parmalat. Dello stesso parere circa le condizioni è Guido Rosa, presidente dell'AIBE, l'associazione delle banche estere, il quale posto a confronto con l'enunciazione di Bondi, ha affermato che ancora " quelle di Bondi non sono lienee guida, ma obiettivi generali" la cui fattibilità andrà considerata con attenzione. Tutto questo commentare non poteva lasciar fuori il sindacato, preoccupato per i riflessi sull'occupazione dei lavoratori impegnati nei vari stabilimenti. Savino Pezzotta, segretario Confederale della Cisl, vorrebbe un confronto sul problema. «È giunto il momento per sedersi a un tavolo ed esaminare le prospettive che si aprono per l'azienda e per i lavoratori", ha affermato. La confcooperative fa invece sapere che se si andrà allo scorporo delle Centrali del Latte potrebbe essere interessata.

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