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Parmalat, debito convertito in azioni

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È in fase avanzata lo studio dell'ipotesi di conversione del debito in titoli azionari quotati. Dalle attività finora svolte, si legge nella nota relativa al piano di ristrutturazione di Bondi, «appare che attraverso la prosecuzione delle attività industriali si avrà un beneficio per i creditori». Le modalità attraverso le quali «tale beneficio verrà trasferito ai creditori sono in una fase avanzata di studio», ma allo stato «si ritiene che uno scambio fra il debito e titoli azionari negoziabili in mercati regolamentati possa efficacemente raggiungere» le finalità indicate. In ogni caso, «le modalità prescelte terranno conto della possibilità di massimizzare il beneficio derivante dalle azioni legali allo studio». Il debito finanziario lordo di Parmalat ammonta a 14,8 miliardi, di cui circa 4,2 relativi a finanziamenti di banche italiane ed estere, circa 9,4 miliardi di obbligazioni, e circa 1,2 miliardi a passività su strumenti derivati. Alcune «rettifiche incrementative e decrementative porterebbero il debito finanziario rettificato a 14,2 miliardi». Parmalat ha registrato nel 2003 ricavi per 5,8 miliardi di euro e un margine operativo lordo di 200 milioni di euro. Parmatour, Coloniale, Hit International, Nuova Holding e Hit spa sono escluse dal piano industriale presentato dal commissario straordinario Enrico Bondi. «Per queste società - si legge nel comunicato sul piano di ristrutturazione - sono allo studio soluzioni non contemplate nelle linee guida del presente piano e di cui verrà data comunicazione in tempi successivi». Il piano finale di Parmalat dovrebbe essere presentato entro maggio e giugno. Lo rende noto Parmalat Finanziaria dopo che il Commissario straordinario Enrico Bondi ha illustrato al Comitato di Sorveglianza gli obiettivi temporali per la presentazione del Piano finale al Ministro delle Attività Produttive e del concordato ai creditori per la loro approvazione. «Indicativamente, si prevede che la discussione sulle linee guida del Piano possa protrarsi per circa due mesi, con l'obiettivo di potere presentare il Piano finale entro maggio-giugno» precisa la nota. L'intenzione di Bondi è quella «di avviare da subito un confronto sulle linee guida del Piano con i principali creditori, con le autorità interessate e con le Organizzazioni Sindacali mirato alla ricerca di opportuni contributi, prima della finalizzazione del Piano e della sua presentazione formale al ministro delle Attività Produttive e della presentazione del concordato ai creditori per la loro approvazione».

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