Alitalia, rischio di spezzatino e svendita I sindacati: no allo smembramento della compagnia. Riparte la trattativa sul piano industriale
Sullo sfondo resta lo sciopero proclamato per il prossimo 5 aprile, ma che potrebbe essere revocato nel caso di un accordo nelle prossime settimane. Intanto, dopo le stragi di Madrid e le forte preoccupazione per nuovi atti di terrorismo, c'è chi teme possa tornare anche la paura di volare: un effetto 11 marzo, insomma, che potrebbe pesare, e non poco, sulla ripresa del settore aereo (dopo l'11 settembre 2001, la Sars, la guerra in Iraq) e, dunque, anche sul tentativo di rilancio di Alitalia. Rischio spezzatino - L'incontro di oggi con il nuovo direttore del personale Massimo Chieli servirà per mettere a punto il calendario del negoziato. Due le principali richieste che le dieci sigle sindacali sedute attorno al tavolo avanzeranno in premessa, una di metodo e una sulla tempistica: non si parla di esuberi e di contratti se prima non si definirà il piano in tutti i suoi aspetti; accelerare i tempi per evitare che possano concretizzarsi le ipotesi di smembramento della compagnia di bandiera circolate nelle ultime settimane. «È importante che, dopo l'uscita di Francesco Mengozzi e la nomina ad amministratore delegato di Marco Zanichelli - afferma il segretario nazionale del Sult, Fabrizio Tomaselli - ci sia la disponibilità dell'azienda a rivedere il piano 2004-2006. C'e però una grande preoccupazione da parte nostra, riferita alle insistenti voci su un eventuale smembramento della compagnia. Per questo oggi chiederemo all'azienda di avere come obiettivo comune quello di accelerare i tempi di rimodulazione del piano e di arrivare nel giro di venti giorni ad un'intesa che permetta il rilancio di Alitalia ed eviti il rischio di una svendita e di uno spezzatino dell'azienda». Gli esuberi - Sono 1.500 quelli previsti nel piano Mengozzi. «Bisogna passare da un piano fatto solo di tagli a un piano di espansione, afferma il presidente dell'Unione Piloti, Massimo Notaro, che però aggiunge: «Non vogliamo che il piano sia stravolto, ma crediamo che i punti salienti possano essere modificati per renderlo più efficace«. Dunque, si deve riaprire la discussione non solo su un possibile aumento delle rotte, su un incremento della flotta e su una diminuzione della tassa sul carburante; ma anche sui temi legati alla produttività e alla mobilità. I conti - Fare presto per i sindacati significa anche arginare l'emorragia che porta Alitalia a perdere 50 mila euro all'ora, con i conti 2003 non ancora definiti (tanto che alla Consob è stato chiesto di rinviare oltre il 31 marzo termini per la relazione di bilancio) e un 2004 che si sarebbe aperto con un loro peggioramento (140 milioni di euro nei primi quattro mesi). L'obiettivo del piano di rilancio è quello di un aumento dei ricavi nell'ordine di 800 milioni di euro a partire da quest'anno e per i prossimi tre anni.