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L'«opzione privatizzazione» figura nell'agenda dell'azionista di maggioranza della compagnia e, sostiene il sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas, va ora valutata in tempi rapidi. Intanto, dopo i primi incontri informali dei giorni scorsi, azienda e sindacati torneranno a vedersi domani per avviare la trattativa. L'appuntamento servirà, con ogni probabilità a definire il calendario dei lavori del negoziato che si focalizzerà sugli interventi di rimodulazione del «business plan» annunciati dall'amministratore delegato Marco Zanichelli. Un'operazione che dovrà poggiare anche sulle misure, i cosiddetti «requisiti di sistema», che l'esecutivo starebbe predisponendo, come il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta ha assicurato ai sindacati, per rilanciare l'aviolinea e l'intero trasporto aereo. Ma c'è soprattutto il tema cruciale della privatizzazione. «Non si può pensare - ha detto Vegas - ad una ricapitalizzazione perchè si andrebbe contro le regole europee. Le strade sono ancora aperte perchè la privatizzazione è una opzione da valutare». E la prospettiva di una privatizzazione graduale che confermi la mission di Alitalia come compagnia globale incontra il favore in casa An, del deputato Luigi Martini. «Alitalia può imboccare la strada della privatizzazione. Si può prevedere una fuoriuscita dello Stato anche graduale». Quanto poi alle più recenti indiscrezioni che parlano della costituzione di una «bad company» e di una partnership tra Alitalia Express e Volare, Martini si limita a dire: «La vedo molto difficile...». Su questa ipotesi, s'è già registrata la levata di scudi dei sindacati, che si sono scagliati contro progetti di smembramento di Alitalia. Al momento, non ci sono previsioni sulla durata del negoziato anche se una possibile «deadline» è quella del 5 aprile prossimo, giorno in cui è differito lo sciopero proclamato per il 5 marzo.